L’emergenza Coronavirus che sta vivendo l’Italia ci sta raccontando tanto del nostro Paese. Ci sta raccontando l’impegno di infermieri, operatori del 118 e medici che lavorano senza sosta, che sanno di correre il rischio di contagio, ma continuano a lavorare per salvare vite e aiutare i pazienti. Sono queste storie che devono spingere noi cittadini a seguire quanto ci è stato chiesto, a restare a casa, cooperando così all’uscita da questo momento di crisi.
Una di queste storie è quella di Gennaro Sulipano, medico di 60 di Ercolano, che ha salvato la vita a un uomo, ventilandolo a mano. A raccontarla è stato lui stesso al quotidiano Il Mattino. Giovedì sera era giunta la segnalazione di un possibile caso di Coronavirus, un uomo di 40 anni che era già in isolamento domestico, affetto da diabete, era in casa con due figli e una moglie.
Dopo il peggioramento è stato portato in ospedale: “Dopo essermi cambiato, non senza difficoltà per la vestizione complessa – spiega il medico – l’ho esaminato. Lui era cosciente e preoccupato, ti aiuto, gli ho detto. È stato collaborativo, l’ho sedato e intubato. Non c’era tempo da perdere, l’ossigenazione era scarsissima“.
Quando è giunto l’esito del tampone positivo, si era optato per il trasferimento all’ospedale di Maddaloni, perché solo lì c’era un posto in terapia intensiva: “Durante l’attesa dell’ambulanza ho continuato a ventilarlo – continua il dottore -. La preoccupazione c’era, ma guai a farsi prendere dalla paura perché la paura confonde, bisogna mantenere il sangue freddo”. Dopo l’arrivo dell’ambulanza, racconta il dottor Sulipano: “Ho continuato a ventilarlo a mano perché il ventilatore in dotazione non era sufficiente”.
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Ed è qui che il dottore ha corso il rischio maggiore, poiché è un dispositivo che va inserito nel cavo orale del paziente e si sta in contatto diretto con la bocca e il naso della persona, con il conseguente aumento del rischio del contagio. Il giovane, per fortuna, si è ripreso: “Avrebbe potuto morire ma io sono felice di averlo consegnato vivo al Covid Center. Non potevo accettare di perderlo, ha tutta la vita davanti”.
La storia del dottor Sulipano, come quelle di tanti altri medici impegnati in prima linea, devono far riflettere tutti su come sia importante in questo momento impegnarsi affinché l’emergenza rientri nel più breve tempo possibile, rispettando tutte le disposizioni che ci sono state date. Va fatto anche per rispetto di chi, come il dottor Sulipano, rischia la vita ogni giorno per salvare quelle degli altri.
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