Oggi, 6 febbraio 2020, Annalisa Durante avrebbe compiuto trent’anni. La giovane è stata uccisa quando aveva solo 14 anni, una vittima innocente della camorra, volata via nel 2004.
Oggi, se non fosse stata colpita nel quartiere di Forcella, sarebbe una donna di trent’anni. Era il 27 marzo del 2004 quando la giovane Annalisa rimane uccisa in una sparatoria nel cuore di Forcella, nel pieno della “prima faida” tra il clan Di Lauro e il gruppo scissionista Amato-Pagano. L’obiettivo dei due killer in scooter era Salvatore Giuliano, rampollo del clan che gestiva i vari affari illeciti del quartiere. Ne nasce una sparatoria a cielo aperto, in cui uno dei proiettili colpisce la povera Annalisa.
Il padre, Giovanni Durante, questa mattina ha incontrato il governatore, Vincenzo De Luca. Al termine di un incontro svoltosi per riconfermare l’impegno per la legalità della Regione Campania.
“Con don Tonino Palmese e il presidente dell’Associazione Annalisa Durante, intitolata alla giovane innocente vittima della camorra, Pino Perna, è stata l’occasione per riconfermare la solidarietà e l’impegno per la legalità della Regione Campania. Il 19 febbraio – ricorda il presidente della giunta regionale – abbiamo voluto sostenere concretamente anche per questo la prima edizione del Premio Annalisa Durante, che prevede due importanti momenti di incontro e riflessione a Forcella al mattino e al Trianon nella serata“.
L’Associazione Annalisa Durante è una realtà senza scopo di lucro, nata nel 2015 come risposta alla morte della povera quattordicenne. Quel tragico evento riuscì a scuotere le coscienze di molti napoletani che non volettero arrendersi alla violenza e alla spietatezza della camorra. Così l’organizzazione è frutto dell’iniziativa di tanti cittadini che vogliono dire no alla criminalità organizzata.
Nel tenere viva la memoria di Annalisa, l’associazione promuove diverse iniziative culturali e sociali per il riscatto civico e morale del quartiere Forcella e riuscire a propagare tale spirito in tutta la città di Napoli, soprattutto nei confronti dei più giovani, quelli più deboli, perché la morte dell’ennesima vittima innocente non sia vana e da tanto dolore riesca a nascere qualcosa di buono.
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