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Influenza, arriva il picco in Campania: bambini a rischio

In Campania “si sta verificando un brusco aumento del numero di casi di sindrome simil-influenzale soprattutto nei più piccoli. I nostri studi sono sotto pressione come poche volte è successo negli ultimi anni, viaggiamo ad una media di 50 visite al giorno”. Con queste parole Antonio D’Avino, vicepresidente nazionale della Fimp (Federazione italiana medici pediatri), accende un faro su una situazione che sta diventando ‘molto calda’ e che nei prossimi giorni rischia di degenerare in un massiccio e inappropriato intasamento del pronto soccorso del Santobono di Napoli.

In linea generale, guardando a tutti i casi di influenza, in Italia l’incidenza totale è pari a 6,2 casi per mille assistiti. Ma i più colpiti sono i bambini al di sotto dei cinque anni, per i quali si osserva un’incidenza pari a 10,7 casi per mille assistiti. “Ci capita, purtroppo, di assistere ad una vera e propria corsa agli antibiotici, che in moltissimi dei casi non servono a nulla. Anzi, si crea solo un danno perché si genera quella che in gergo si chiama antibiotico-resistenza, riducendo nel tempo la possibilità di cura verso molti ceppi di batteri”, spiega D’Avino.

Il pediatra aggiunge che alcuni genitori arrivano addirittura a ‘prescrivere’ in autonomia l’antibiotico, utilizzando confezioni che hanno in casa per precedenti terapie. “Comportamenti sconsiderati – dice – che vengono adottati spesso sulla scia di quanto letto sul web, o peggio ancora nella convinzione di poter sostituire con qualche sito internet le competenze del pediatra”. Ecco perché dalla Fimp Napoli arriva un invito a non adottare comportamenti inadeguati.

“Nonostante il super lavoro di queste settimane – dice D’Avino – tutti i pediatri di famiglia sono sempre pronti a dispensare utili consigli e visitare i piccoli. Inoltre, siamo in attesa che vengano attuate le disposizioni della legge di bilancio 2020: non appena saranno disponibili le apparecchiature diagnostiche di primo livello, i pediatri di famiglia potranno ulteriormente venire incontro ai bisogni di salute dei piccoli assistiti E concluderanno con più facilità il percorso di diagnosi e cura nel proprio studio professionale, senza ricorrere a figure professionali esterne”.

Antonella Bianco

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