Secondigliano

Di Maio e Di Battista ai ferri corti, nel M5S tira aria di tempesta

Che nel Movimento 5 Stelle non tiri una buona aria è noto già da qualche giorno, ma a rincarare la dose del pessimo andamento è il raggelamento dei rapporti tra Di Maio e Di Battista.

L’ex deputato Di Battista infatti ieri, dopo aver fatto sentire il sostegno a Paragone e difeso le sue posizioni, ha espresso a muso duro la sua opinione attraverso i social sull’attacco a Baghdad annunciando il suo ritorno in Iran. “Quello a Baghdad è un raid vigliacco perché i droni sono vigliacchi. È un raid pericoloso perché il Medio Oriente è una polveriera. È un raid stupido perché ricompatterà l’opinione pubblica iraniana a sostegno del governo di Teheran. Sono passati 17 anni dall’inizio della seconda guerra del Golfo. I droni vengono telecomandati a distanza, la morte arriva dall’alto apparentemente invisibile e silenziosa. Gli interessi politici restano prioritari rispetto al diritto internazionale e alla ricerca della pace. Il governo italiano lavori per il dialogo con l’Iran. In Iran ci sono leggi diverse dalle nostre, si vive in modo diverso ma l’Iran non ha mai rappresentato una minaccia per il nostro paese al contrario, prima delle sanzioni, imposte all’Europa da Washington, l’Iran era un paese fondamentale per la nostra economia e per le nostre imprese.”

Un post quello di Di Battista attraverso il quale aveva dato qualche consiglio al governo,e in particolare al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, su come muoversi. Il leader politico del M5S però, di ritorno dalle vacanze natalizie non ha accolto bene i consigli. “Voleva andarci lui alla Farnesina — ricordano i fedelissimi del “capo” —. Ora scalpita, morde il freno e spera di tornare in gioco logorando il Movimento e il governo”.

E intanto oggi il ministro degli Esteri in un lungo post si è espresso, senza fretta, sulla questione Iraq invitando alla collaborazione tra Stati: “In queste ore siamo al lavoro come Governo sugli ultimi sviluppi della situazione in Iraq, che ovviamente preoccupano tutto il mondo. In quella regione la nostra priorità è e resta la lotta al sedicente Stato Islamico. Ci sono nostri militari che sono stati gravemente feriti o sono morti per combattere Daesh, in ogni sua forma. Uomini e donne in uniforme che rischiano la vita per garantire la nostra sicurezza. Il nostro pensiero va al loro operato e alla loro incolumità. Negli ultimi giorni come Italia abbiamo lanciato un forte appello al dialogo e alla responsabilità, invitando a mantenere aperti i canali con tutti gli interlocutori, evitando atti che possano avere gravi conseguenze. Ma se vogliamo essere davvero incisivi, l’Unione Europea deve saper parlare con una sola voce. Ed è per questo che ho apprezzato l’invito alla moderazione e alla de-escalation dell’alto rappresentante Ue, Josep Borrell. L’uso della forza non ha mai portato da nessuna parte. Al contrario, ha sempre provocato ulteriore destabilizzazione ed effetti devastanti sia sul piano umanitario, sia su quello migratorio. Come ho già ribadito: la nostra priorità è combattere Isis e in primavera, in Italia, ospiteremo la riunione della coalizione anti-Daesh. Vanno intercettati e colpiti i finanziamenti alle cellule terroristiche. Bisogna accrescere la collaborazione tra Stati. La comunità internazionale deve guardarsi in faccia e deve parlarsi chiaro, senza ulteriori ipocrisie.”

 

 

 

 

 

 

 

redazione

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