Scampia

Maria Licciardi, da latitante a donna libera: annullata l’ordinanza di custodia cautelare

Era lo scorso 26 giugno quando i carabinieri diedero il via all’operazione “Cartagena” che portò agli arresti di 126 persone ritenute affiliate ai clan fecenti parte della famigerata Alleanza di Secondigliano (composta dai sodalizi dei ContiniLicciardiMallardo).

Nonostante il super blitz i militari non riuscirono a trovare e ammanettare colei che è ritenuta a capo del cartello criminale: Maria Licciardi detta ‘a Piccerella. Da quel giorno la donna è diventata latitante.

Ma oggi la svolta, come comunicato dal suo avvocato difensore Dario Vannetiello, il Tribunale di Napoli dodicesima sezione Riesame, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Maria Licciardi. Quest’ultima, dunque, non è più latitante ma è tornata ad essere una donna libera.

IL COMUNICATO DELL’AVVOCATO VANNETIELLO –

Solo pochi giorni dopo gli arresti dei suoi uomini, a sorpresa, il boss in gonnella comunicò che intendeva contrastare le gravissime accuse a lei mosse, attribuendo il delicatissimo compito di difenderla nelle aule giudiziarie all’avvocato Dario Vannetiello del Foro di Napoli. Ed è proprio grazie al sapiente lavoro difensivo, che si è giunti ad una decisione indubbiamente clamorosa. Infatti, il Tribunale di Napoli, dodicesima sezione riesame, in totale condivisione delle penetranti ed articolate questioni giuridiche sollevate dall’avvocato Dario Vannetiello, nonostante l’imponente messe di prove esistente nei suoi confronti e la latitanza della donna, ha annullato in toto la ordinanza di custodia cautelare emessa nei suoi confronti. E così, da oggi, Maria ‘a Peccerella è di nuovo libera; può interrompere la fuga ed uscire da quell’ignoto nascondiglio dove si è celata. Trattasi di decisione giudiziaria che farà a lungo discutere, anche perché la posizione di Maria Licciardi era aggravata pure dall’essere stata per ben due volte – nel 2003 e nel 2007 – già condannata proprio per aver diretto ed organizzato la medesima organizzazione delinquenziale. Ma, ciò nonostante, hanno fatto evidentemente breccia nei Giudici le ragioni di diritto e di fatto tracciate dal suo difensore con meticolosa cura, tanto da privare di effetto sia le prove intercettate in questi anni nei suoi confronti, sia la innegabile suggestione che innegabilmente proviene dalle precedenti e gravi condanne nonché dalla latitanza di cui si è resa protagonista anche questa volta, come nel 2000, allorquando fu iscritta tra i latitanti più ricercati d’Italia“.

redazione

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