La storia di Christoph, dai pregiudizi alla scoperta di Napoli: “La più bella esperienza della mia vita”

I pregiudizi su Napoli e i suoi cittadini la rendono, nel bene e nel male, una delle città più conosciute al mondo, ma anche e soprattutto una delle più temute in assoluto. Paragonata a molte città asiatiche e sudamericane in termini di degrado cittadino, di irregolarità e malavita, nonostante tutto Napoli continua a smentire le voci sul suo conto a coloro che sono disposti a viverla e ad accettarla per quello che è: una città dalle meravigliose contraddizioni, che la rendono unica al mondo.

La storia di Christoph è uno degli ennesimi esempi su come il pregiudizio può dara un’immagine falsata del capoluogo partenopeo. Lui è un ragazzo austriaco di 19 anni che dal suo piccolo paesino di Deutschlandsberg, cittadina di 11mila  abitanti a 45 chilometri da Graz, si è dovuto ricredere su molti pregiudizi riguardo gli italiani e in particolare i napoletani.

Il giovane studente di geografia, trasferitosi nella città di Graz (seconda per grandezza e numero di abitanti dell’Austria, a due ore da Vienna) per iniziare il suo percorso di studi universitario. Circa un anno e mezzo fa, per potersi mantenere da solo come studente fuori sede, mise in affitto, attraverso un annuncio Facebook rivolto agli Erasmus, l’altra stanza presente in casa. Mai si sarebbe aspettato che due napoletani avrebbero cambiato la sua vita e il suo modo di pensare.

Claudia, studentessa di lingue, e Dario, studente di giurisprudenza, entrambi dell’università Federico II di Napoli, nel giro di pochi mesi sono riusciti ad eliminare i tanti pregiudizi del giovane austriaco sulla città campana, che lui non aveva mai visitato, ma della quale gli avevano parlato (molto male) i genitori. Durante la loro visita in Italia, infatti, desiderosi di scoprire le bellezze della Costiera Amalfitana, piuttosto che soggiornare a Napoli centro, gli fu consigliato di prenotare un hotel nella provincia di Benevento, un luogo più tranquillo per evitare la malavita e il degrado della città. In pochi mesi, invece, i due giovani studenti Erasmus passarono dall’essere dei semplici coinquilini da tenere sott’occhio in casa, all’essere parte della famiglia di Christoph, punti di riferimento per quel ragazzo giovanissimo nella sua prima esperienza del vivere dal solo.

La porta della sua stanza rimase chiusa a chiave le prime settimane, la convivenza si basava su semplicissime frasi di convenienza scambiate in modo fugace durante le ore dei pasti, che Christoph consumava nella sua stanza, sempre chiusa. Ma il carattere espansivo dei due Erasmus napoletani coinvolse a tal punto il ragazzo austriaco che nel giro di poco tempo si aprì completamente alla conoscenza della cultura partenopea: dalla cucina tradizionale all’espresso con la “caffettiera“, dai vestiti stesi ad asciugare sullo stendino al pranzo alle due del pomeriggio (piuttosto che alle 12) tutti insieme attorno alla tavola apparecchiata. Queste e molte altre furono le abitudini che Claudia e Dario trasmisero in modo del tutto naturale al loro coinquilino straniero.

Al termine dell’Erasmus, Christoph prenotò una vacanza a Napoli, questa volta in città, per poter conoscere dal vivo tutto quello appreso durante la convivenza a Graz. Il soggiorno si è rivelato “una delle esperienze più entusiasmanti della mia vita“: le passeggiate in moto (“a Napoli guidate come in India, siete pazzi“), l’escursione sul cratere del Vesuvio, la frittata di pasta mangiata negli scavi archeologici di Pompei e la pizza sono state per lui un vulcano di emozioni e libertà mai provate prima. Alla domanda di fine vacanza “hai ancora paura di Napoli?“, una risata gioiosa e un “assolutamente no, è una delle città più belle mai viste” furono la soddisfacente risposta.

Tornato in Austria, Christoph si è iscritto ad un corso di italiano per stranieri, perché “è una lingua affascinante e vorrei impararla per tornare più spesso in Italia, ma soprattutto a Napoli. Grazie per avermi dedicato questi giorni alla scoperta della vostra cultura“. E’ questo il lieto fine di una storia di pregiudizi internazionali, di luoghi comuni che precedono la città e i suoi abitanti ovunque vadano, ma che assolutamente non rispecchiano quella che è in realtà una Napoli speciale, aperta alle novità e al progresso e che sta cercando di liberarsi da alcune scomode immagini antiquate. Sicuramente Napoli non è perfetta, ma il motto del “non far di tutta l’erba un fascio” sembra essere la frase che fa da collante a questa storia di scambio interculturale.

Claudia Coppola

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