Sono appena le prime luci dell’alba, quando Dario e altri tre italiani in Erasmus a Cadiz, nel sud della Spagna, si trovano a dover fronteggiare in una rissa un gruppo di 6-7 ragazzi spagnoli. Il litigio, iniziato già all’interno del locale, è proseguito all’esterno, dopo che i bodyguard, vedendo le brutte intenzioni degli spagnoli, sono intervenuti per cacciarli fuori. Questo però non è bastato a fermare la rabbia dei ragazzi andalusi, che insoddisfatti, hanno atteso fuori il locale Monmart Club che gli italiani uscissero per una resa dei conti. Da qui il tragico epilogo che ha portato uno dei ragazzi spagnoli in ospedale in gravi condizioni di salute dopo essere stato colpito da un calcio in pieno volto.
I quattro italiani sono stati fermati dopo poche ore dalla polizia spagnola e dopo essere stati ascoltati dal giudice, tre di loro sono stati rilasciati. L’unico in carcere è Emilio Di Puorto, 29enne di Villa Di Briano, piccolo comune casertano, che ha sferrato il calcio in faccia al 30enne spagnolo che si trovava a terra nel corso della rissa.
“Chiariamo subito una cosa: io non sono un violento, l’ultima zuffa che ricordo è alle scuole medie, niente più di una discussione fra ragazzini. Il pugno del filmato è il primo della mia vita, l’unico” così Dario Bordoni, 25enne napoletano (è del quartiere Arenella) racconta in un un audio quanto accaduto sabato notte. Iscritto alla facoltà di Biotecnologie, il giovane prova a spiegare quello che è accaduto fuori al locale. “La mia è stata legittima difesa” così come confermato anche dai giudici che ne hanno disposto il rilascio dopo una notte in cella. “La mia persona è stata inquinata e paragonata ai peggiori criminali. In quel video non si vede tutto, io le ho prese soltanto e ora sui social mi stanno riempiendo di minacce di morte e offese ai miei genitori“.
I colpevoli di risse come queste possono essere tanti, in primis le autorità spagnole, che nonostante l’episodio risalente a due anni fa a Lloret de Mar, dove l’italiano Niccolò Ciatti venne ucciso durante una rissa con le stesse modalità di quella di Cadiz, ancora non riesce a fare in modo che certi episodi non si ripetano. Non bisogna dimenticare poi i responsabili della sicurezza nei locali che, anche se non legalmente perseguibile per non esseri intervenuti, hanno una responsabilità morale nell’aver lasciato che tutto ciò accadesse proprio davanti ai loro occhi. Nel video, girato da uno di loro, si vede chiaramente che una ragazza spaventata più volte prova a chiedere aiuto a uno dei bodyguard nelle vicinanze.
Dario è stato l’unico tra gli italiani coinvolti ad aver rilasciato una dichiarazione, nella quale si scusa con il ragazzo spagnolo per le sue attuali condizioni, ma sottolinea anche la responsabilità di quest’ultimo (da pochi giorni rilasciato per un’altra aggressione e con precedenti penali sempre di questo tipo): “Questo non giustifica niente, ma certo se lo avessi davanti mi piacerebbe dirgli che in discoteca si va per divertirsi, non per attaccare briga. Dopodiché gli direi anche che mi dispiace molto per quello che è successo, sono mortificato, spero che si riprenda in fretta ed esca presto dall’ospedale“.
“Siamo andati alla feste di fine semestre degli Erasmus insieme a tanti amici. Non avevamo intenzioni cattive ma siamo stati provocati da un gruppo di ragazzi spagnoli che, così come confermato dai gestori del locale, non era la prima volta che si rendevano protagonisti di episodi del genere“. Nello specifico Dario racconta che il gruppo di violenti “ha iniziato a picchiare e offendere il mio amico siciliano Maicon perché era intervenuto in difesa di una ragazza che stavano importunando. Vedendo la scena sono intervenuto per difenderlo e da lì è iniziata la rissa. I buttafuori sono intervenuti, cacciando dal locale il gruppo di spagnoli che già conoscevano. Mi chiedo, a questo punto, che motivo c’era di farli entrare nel locale“.
La situazione è poi degenerata all’esterno. “Quando siamo usciti – racconta Dario – abbiamo trovato loro ad aspettarci ed è nata una nuova rissa, durata diversi minuti e non solo quei 30 secondi pubblicati nel video. Durante quegli attimi ho ricevuto un calcio nello stomaco e un pugno in testa, poi per difendermi ho reagito colpendo il ragazzo spagnolo che ha ricevuto il calcio in faccia dal mio amico Emilio. Inizialmente non mi sono accorto che la situazione fosse così grave, poi rivedendo il video mi si è accapponata la pelle. Ho conosciuto Emilio in Erasmus e non aveva mai mostrato cenni di violenza. Il gesto però non trova giustificazioni“.
Dopo quanto accaduto sabato notte, Dario assicura che non ha alcuna intenzione di tornare in Italia ma “voglio terminare qui il mio Erasmus. Devo dare ancora tre esami e, così come detto al giudice, mi sono solo difeso“. Nei giorni scorsi sono stati numerosi gli attacchi, via social e sui media, ricevuti dal 25enne napoletano. “Hanno augurato la morte a mia madre ma non solo: addirittura la mia pit-bull è stata utilizzata sui giornali per descrivermi come violento. Non mi importa di quello che dicono, a giudicarmi deve essere la legge“.
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