Ergastolo con un anno di isolamento notturno: è questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Napoli Nord nei riguardi dell’uomo condannato quale complice di Ciro Guarente per l’omicidio di Vincenzo Ruggiero il 7 luglio del 2017.
Francesco De Turris cedette infatti all’ex dipendente civile della Marina Militare la pistola calibro 7,65 utilizzata per uccidere l’attivista 25enne. Guarente era stato già condannato all’ergastolo il 26 settembre 2018 per omicidio, vilipendio e occultamento di cadavere.
Francesco Ruggiero, papà di Vincenzo, ha scritto un post su Fb per commentare la sentenza:
“Oggi si è concluso il primo grado di giudizio nel processo del complice di Guarente Ciro, De Turris Francesco. I due il 7 luglio 2017 uccisero mio FIGLIO Vincenzo Ruggiero. Il mio Avvocato De Luca Cerchia,la Criminologa Alessandra Sansone, la Dott.ssa Petronella P.M. il Giudice Dott.Alfonso Barbarano e tutti i componenti della giuria sono arrivati al verdetto ERGASTOLO CON ISOLAMENTO DIURNO PER UN ANNO.
Questo verdetto sicuramente non mi ridarà mio figlio, ma si è esaudito il mio primo desiderio: la giustizia terrena, ora aspetto la giustizia divina.
Ringrazio principalmente il mio avvocato LUCA CERCHIA che per due anni ha lavorato duramente ottenendo un risultato unico.
La Dott.ssa Sansone, criminologa che ha svolto le indagini di come si sono espressi i fatti; la Dott.ssa Petronella P.M. che ha spiegato esaustivamente i fatti nei minimi particolari e la giuria tutta, che con esemplare maestria sono riusciti ad emettere un verdetto esemplari, anche con pochi elementi perché la controparte con un escomatage aveva estromesso le dichiarazioni fatte nelle indagini svolte dal corpo dei Carabinieri. Ringrazio per la solerte inflessibilità e l’umanità dimostrata dal Capitano Policano che alla scoperta dell corpo di mio figlio é stato vicino alla famiglia”.
De Turris è un noto pregiudicato della zona di Ponticelli, vicino di casa di Ciro. In passato ha compiuto furti, rapine, procurato lesioni, opposto resistenza a pubblico ufficiale. Ha cercato anche di allestire una piazza di spaccio nella sua zona, e in totale autonomia, ma fu selvaggiamente picchiato dagli uomini del clan De Micco, i Bodo di Ponticelli, che gli spezzarono una gamba.
LE TELEFONATE – De Turris è stato incastrato dalle numerose telefonata avute con Guarente tra il 7 e l’8 luglio, ore dove Vincenzo è stato ucciso nell’abitazione di Aversa prima di essere sezionato e murato nel garage di Ponticelli. Contatti telefonici frequenti, circa una trentina le telefonate, che avrebbero portato lo stesso Ciro a confermare il ruolo avuto da De Turris.
Lo stesso pregiudicato di Ponticelli ha poi raccontato di aver soddisfatto la richiesta del vecchio amico che gli aveva chiesto un’arma.
“Devo litigare con uno che sta dando fastidio alla mia fidanzata, anzi lo devo proprio ammazzare”.
“LE LUCERTOLE” – Queste le parole di Guarente a De Turris che, dal canto suo, gli ha poi consigliato di utilizzare una pistola calibro 7,65 e non una calibro 22 perché con quel piccolo revolver poteva uccidere solo “le lucertole”. Dopo l’omicidio, Ciro ha riconsegnato la pistola a De Turris e quest’ultimo l’ha smontata e ha buttato i pezzi nei cassonetti della spazzatura.
Torna la social card per tutti, ecco quali sono i requisiti per poterla ottenere e…
Condanna a cinque anni per il centauro responsabile dell’omicidio di Elvira Zibra, la giovane donna…
Le parole di Pier Silvio Berlusconi su Barbara D'Urso non sono passate inosservate e anche…
Il pericoloso parassita vermocane arriva anche in Campania? L'Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno alza la…
Una storia davvero tragica ga devastato una famiglia che si stava appena creando. Una donna…
Non passa inosservato l'affondo di Piersilvio Berlusconi a Barbara D'Urso quasi un anno dopo l'addio…