Il set della seconda stagione de “L’amica geniale” di Elena Ferrante, fiction televisiva diretta da Saverio Costanzo, dà nuova vita agli arredi e alle insegne dei vecchi magazzini di Port’ Alba degli anni Sessanta. Le riprese di questo secondo capitolo erano già state ospitate da Piazza Carlo III e da via Santa Teresa degli Scalzi, ma il centro storico si è rivelato un ambiente molto più ostico per gli scenografi, che si sono dovuti reinventare restauratori per dar vita a quella via che è così tanto cambiata negli anni, a cominciare appunto dai magazzini presenti in strada.
L’intervento è stato molto lungo e difficile, considerando anche che la rievocazione storica dei negozi ha richiesto l’affissione delle antiche insegne (accuratamente rielaborate) degli anni ’60 e l’affissione di annunci funebri e pubblicitari, come il grande manifesto del Pci e quello della margarina Gradina, primo esempio del mangiar sano. La produzione ha dovuto anche trattare a lungo per il restauro dei primi piani degli edifici della via, ma paradossalmente la soprintendenza ha negato la ripulitura per fini cinematografici, il che ha costretto gli scenografi a coprire i graffiti con della carta da parato e i condizionatori attraverso fotoshop. Ma i residenti e i commercianti si sono lamentati, sostenendo che “per cancellare i graffiti hanno appiccicato carte che poi lasceranno il segno“, sostiene un libraio. Le problematiche sono state poste soprattutto a causa delle autorizzazioni a procedere per le riprese, perchè “su questa strada ci sono due archi e il primo palazzo da piazza Dante sulla destra, al civico 30, sottoposti a vincolo paesaggistico – afferma l’architetto Maria Luisa Margiotta – chiesero anche a noi una persona che disciplinasse ingressi e uscite durante le riprese“, spiega.
Ma la ricostruzione di un’epoca, in una strada che ha visto di recente la chiusura dei suoi storici magazzini, tra cui la libreria Guida e la libreria-casa editrice del padre di Mimmo Jodice,è stata per i residenti e per i più anziani un’emozione unica, tanto che c’è voluto un po’ per convincere un anziano signore che l’insegna della “macelleria”, al posto della libreria chiusa, fosse una semplice finzione cinematografica e non l’apertura di una nuova beccheria. In tutta via Port’Alba si è verificato un vero e proprio “miracolo della memoria“, un laboratorio che ha coinvolto sia i passanti sia gli attuali commercianti che, inizialmente si erano mostrati restii nell’interrompere le loro attività per dar spazio alle riprese, ma che poi hanno contribuito al restauro: ad esempio, la storica cartoleria Amodio per l’occasione ha riesumato una foto della sua vecchia insegna, molto utile per ricostruirla pari all’originale.
Ieri sono stati effettuati gli ultimi aggiusti ai primi piani degli edifici, addobbando i balconi con i caratteristici panni stesi. Anche Piazza Bellini è stata messa a disposizione della troupe per far sostare i camion delle riprese. Insomma, le scene in cui Lenù, una delle protagoniste, trova lavoro nella libreria Berisio, sono pronte ed hanno contribuito, più di altre, ad emozionare e ricordare un luogo storico così com’era.
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