“Polizia, carabinieri“. Invocava lo Stato Antonio Cosimo Stano mentre la paranza de “Gli Orfanelli“, così ribattezzati nel gruppo whatsapp dove inviavano i video delle loro “imprese”, lo aggrediva a calci e pugni in strada a Manduria, comune in provincia di Taranto.
E’ morto il 23 aprile scorso all’età di 65 anni, dopo essere stato trovato dalla polizia legato ad una sedia in casa. Era denutrito e aveva una perforazione intestinale che ha provocato l’emorragia interna che non gli ha lasciato scampo in ospedale. L’anziano soffriva di disagio psichico ed è stato costretto a rinchiudersi in casa e a non alimentarsi per giorni dopo le continue vessazioni ricevute in casa o nei pressi dell’abitazione dalla baby gang.
Otto giovani, di cui sei minori, fermati nelle scorse ore dalla polizia e accusati di tortura, sequestro di persona, violazione di domicilio e danneggiamento aggravato. I fermati sono a loro volta indagati per omicidio preterintenzionale, anche se questo reato non è stato configurato nel provvedimento cautelare adottato oggi.
“Sono rimasti sordi alle invocazioni di aiuto del povero Stano che ha disperatamente cercato di difendersi pronunciando continuamente le parole ‘polizia’ e ‘carabinieri’. Parole che fanno accapponare la pelle. Ma loro sono rimasti indifferenti e hanno proseguito l’incursione”, ha affermato il procuratore della Repubblica del Tribunale di Taranto Carlo Maria Capristo durante la conferenza stampa in cui ha illustrato gli otto fermi. Ci sono altri sei indagati. Tutti “violenti per noia, che filmavano le loro bravate criminali e subito le postavano sul web. Perché per loro è un motivo di soddisfazione”, ha sottolineato Capristo aggiungendo: “Non vogliamo generalizzare, accanto a loro ci sono tanti altri giovani che hanno rispetto per la famiglia, per le istituzioni, per gli educatori”.
VIOLENZE E OMERTA’ – “Emerge dal primo esame del materiale un uso distorto del web che questi ragazzi utilizzavano per esaltare, diffondere e condividere le loro nefandezze. La visione del video e l’ascolto dei file audio evidenziano come la crudeltà e la violenza si autoalimentassero e aumentassero in modo esponenziale laddove le nefandezze venivano diffuse nel web: non solo nelle chat di cui facevano parte i ragazzi ma anche in quelle di molti cittadini di Manduria”, ha detto il capo della Procura dei minorenni di Taranto, Pina Montanaro, durante la conferenza stampa.
“Da tempo circolano a Manduria video terribili diffusi in tutta la cittadinanza”, ha sottolineato. Stano, che viveva solo in una casa al piano terra della cittadina messapica, ha subito – come emerge da file video e audio – numerosi episodi di aggressione nella sua abitazione e nella strada adiacente da parte di un gruppo di giovani bulli. Si tratta di “atti che – ha spiegato il procuratore Montanaro – hanno assunto nel tempo un carattere di pseudo abitualità. Parliamo di percosse, strattonamenti, aggressioni, calci, pugni, sputi e offese”. Quando i poliziotti riuscirono a convincerlo ad aprire, finalmente, il portone di casa, “si appurava – scrive il pm Montanaro – che il predetto non assumeva cibo da una settimana perché temeva, uscendo per fare la spesa, di essere aggredito. L’uomo appariva prostrato fisicamente e psicologicamente e, solo dopo aver ricevuto le prime cure dal personale del 118, rassicuratosi, decideva, nonostante lo stato di confusione e di prostrazione, di sporgere querela ribadendo di essere da tempo oggetto di scherno e di aggressioni“.
Una vicenda che ha provocato indignazione e sgomento. Sul web è diventata virale una lettera scritta immaginariamente da Antonio Cosimo, dove viene ripercorso l’incubo vissuto dal pensionato e l’indifferenza che lo circondava:
Sono Antonio Cosimo Stano, avevo 65 anni. Vivevo solo in una piccola casa su strada a Manduria. Con me solo i ricordi di mia madre e i problemi dovuti a qualche patologia. Al mondo non ho fatto nulla e dal mondo ho avuto poco.
Passavo le giornate barricato in casa perché avevo paura. Paura di incontrare chi alla fine ce l’ha fatta a farmi del male.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo solo 65 anni, gridavo aiuto la sera che mi pestavano per strada 8 ragazzini. Chiedevo disperatamente di smetterla. Sono entrati addirittura in casa e hanno iniziato a distruggere quei ricordi di mia madre che tanto gelosamente custodivo.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo 65 anni, coetaneo magari dei nonni di questi ragazzi.
Sono Antonio Cosimo Stano e avevo 65 anni, non ci sono più. Quei ragazzi oggi sono stati identificati e fermati ma servirà a poco, io oggi non ci sono più, giudicato “un gioco finito male” il mio decesso è invece la fine di mesi di torture di chi forse non ha avuto genitori capaci di insegnare rispetto e comprensione oltre che amore … forse i veri responsabili di questa società malata.
Sono Antonio Cosimo Stano e tutti a Manduria sapevano cosa stavo vivendo e nessuno ha fatto qualcosa per fermarli.Lui è Antonio Cosimo Stano ed è uno dei tanti anziani che quotidianamente vengono insultati, umiliati e bullizzati nella totale indifferenza del mondo.
Riposi in pace signor Stano e ci scusi per non averla tutelata.E forse forse bisognerebbe iniziare a indagare anche i genitori, che devono iniziare ad assumersi le responsabilità delle azioni dei figli e anche compaesani e vicini di casa che vedono e sentono tutto ma tacciono sempre e parlano dopo ai microfoni. Non solo in questo caso ma in tutti.
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