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Gigi D’Alessio in campo per Paolo, il giovane cuoco malato di SLA: “C’è tempo fino al 1 giugno”

“Paolo ha 21 anni, ed è il più giovane malato di SLA d’Europa”. Esordisce così il post su Instagram dell’artista napoletano Gigi D’Alessio, sceso in campo per sostenere la causa di Paolo Palumbo. “Sognava di fare lo chef, e non si è mai perso d’animo, tanto da aver inventato un tampone chiamato “Il gusto della vita” che permette di far riassaporare piatti complessi a coloro che non possono più mangiare per questioni fisiche”.

“Ma non solo – prosegue D’Alessio – nel 2017 ha dato vita ad un Pool Team di eminenze della medicina per combattere la SLA, ha conosciuto Obama, è stato inserito nella lista dei 10 eroi d’Italia ed al momento attuale sta lavorando alla creazione di un Assessorato per la Disabilità in Sardegna. Ora Paolo – prosegue – ha la possibilità di partecipare ad una terapia sperimentale in Israele  (ottenuta dopo una protesta che l’ha visto anche fare lo sciopero della fame, ndr) che potrebbe permettergli di tornare a mangiare, parlare e respirare, che però ha un costo elevatissimo: 900mila euro. Abbiamo tempo fino al 1 giugno per aiutarlo”.

A un mese dalla scadenza, la raccolta per Paolo è arrivata a poco più di 36mila euro.

Il sogno di Paolo è quello di regalare la gioia di sentire di nuovo il gusto del cibo, questa è l’ambizione di Paolo Palumbo. Idea rivoluzionaria che presto però si trasformerà in realtà. Come Paolo oltre 7.000 persone in Italia, più di 200.000 nel mondo, sono oggi malate di SLA e circa 70.000 coloro che soffrono di disfagia. Ma questi non sono numeri, sono persone. Persone che da anni si nutrono tramite sondini o pappette omogeneizzate e che non hanno più la possibilità di mangiare in modo naturale.

Paolo ha inventato “il gusto della vita”: un tampone che a contatto con le papille gustative sprigiona il sapore di cibi tipici, dalla pasta alla carbonara al tiramisù. Si tratta di una sintesi chimica di sapori ottenuta tramite processi di cucina molecolare, la cui sperimentazione è attualmente in atto nei Centri Nemo di Milano. Il progetto mira ad ampliare sempre di più la produzione di campioni fino ad arrivare allo sviluppo di un’azienda che possa ridare speranza ai malati di SLA e ai loro familiari. Oltre a regalare una sensazione ormai persa, Paolo e la sua famiglia vogliono partecipare concretamente alla ricerca di una cura per la SLA. Hanno deciso quindi di devolvere il ricavato della vendita dei tamponi alla ricerca scientifica nel campo della malattia neurodegenerativa.

redazione

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