foto di repertorio. Nel riquadro Giovanni Cascarino
Uccisero un uomo di origini albanesi e tentarono di assassinare anche il fratello venti anni fa. Assolti in primo grado per mancanza di prove, killer e complice sono stati poi condannati in appello. La Cassazione, infine, ha rimandato l’intero procedimento alla Corte di Appello.
Oggi una nuova svolta per questa vicenda accaduta due decadi fa a Mondragone (in provincia di Caserta) e che ancora non ha visto la fine del suo procedimento giudiziario. Protagonisti Giovanni Cascarino e Mario Cuoco entrambi, secondo quanto riportato da Cronache della Campania, ritenuti affiliati al clan La Torre.
Proprio Cascarino, diventato nel frattempo collaboratore di giustizia, ha confessato in aula durante il processo d’Appello, di aver ucciso Halim Margiekai e provato ad uccidere il fratello. Il motivo? Cascarino si era innamorato di Sonia, una prostituta che lavorava nella zona di Capua.
Lui e la donna avevano iniziato una relazione fissa. La cosa non era piaciuta al suoi protettori, Margiekai e suo fratello appunto, che sequestrarono e maltrattarono Sonia per diversi mesi. Alla fine dell’udienza c’è stata la richiesta del Procuratore generale: 18 anni di carcere per Cascarino in qualità di esecutore e 16 anni di detenzione per Cuoco che sarebbe stato il suo complice.
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