Sembra un aneddoto di un film, una di quelle scene che restano immortalate nella mente di tutti coloro che hanno guardato la pellicola. Invece, purtroppo, si è trattato della cruda realtà. Per fortuna il tutto si è concluso con un lieto fine. Ma la tragedia era alle porte.
Come riportato dall’Huffington Post, uno dei ragazzini sequestrati sul bus dato poi alle fiamme dall’autista ha urlato “Ti amo” ad una sua compagna di classe. Il giovane durante la fuga non ci ha pensato due volte ed ha dedicato quel pensiero ad una giovane che frequenta la sua stessa scuola.
Magari, prima di oggi, non aveva mai trovato il coraggio per dirglielo. Ma la situazione ha evitato a qualsiasi filtro razionale di impedire allo studente di esprimere i suoi sentimenti. Del resto sarebbe potuto essere il suo ultimo giorno e la sua ultima occasione.
LA VICENDA – Voleva farla finita. Dare un segnale forte per fermare le morti del Mediterraneo. Avrebbe detto questo durante il dirottamento dell’autobus Ousseynou Sy, 47enne nato in Senegal ma italiano dal 2004 dopo aver sposato una donna di Crema (dalla quale ha avuto due figli, di 12 e 18 anni, prima di divorziare).
LA FOLLIA – Questa mattina, poco prima delle 12, l’uomo ha sequestrato e dirottato lo scuolabus che conduceva, appartenente alla società Autoguidovie, sulla strada provinciale Paullese a San Donato Milanese. A bordo c’erano 51 studenti di seconda media, accompagnati da alcuni docenti, di ritorno a scuola dopo un’attività sportiva svolta a Crema. Sy ha prima urlato frasi minacciose (“Da qui non esce vivo nessuno“), poi ha minacciato studenti e professori con un coltello costringendo quest’ultimi a legare le mani degli adolescenti con delle fascette. Nel frattempo, per evitare “problemi”, si era fatto consegnare i cellulari proseguendo la propria corsa verso l’aeroporto di Linate.
STUDENTE CORAGGIOSO – Fondamentale è stato il coraggio di uno studente, che ha nascosto il cellulare e allertato il papà che a sua volta ha chiamato subito i carabinieri.
I militari dell’Arma sono intervenuti disponendo una serie di posti di blocco lungo la strada. L’autista italo-senegalese ne ha forzato uno, speronando le auto e perdendo il controllo dell’autobus finito contro il guardrail. A quel punto Sy scende dal mezzo, cospargendolo di benzina e dandogli fuoco con un’accendino.
MILITARE DECISIVO – Provvidenziale la determinazione dei carabinieri. Un militare si fionda sul lato posteriore del mezzo e spacca a mani nude i vetri del finestrino consentendo ai ragazzi di mettersi in salvo prima che l’autobus prendesse fuoco. Il carabiniere ha riportato ferite alle mani guaribili in pochi giorni.
IL VIDEO DELL’AUTOBUS IN FIAMME: STUDENTI IN FUGA
NESSUN FERITO – Secondo quanto riferito dai carabinieri, i ragazzi all’interno del bus sequestrato sarebbero stati legati da un’insegnante su ordine di Ousseynou Sy. La docente ha però legato i polsi solo di 4-5 ragazzi con delle fascette di plastica in modo molto blando, dando loro la possibilità di slegarsi facilmente. L’incubo è durato 40 minuti.
I ragazzi sono tutti in codice verde, uno degli adulti è stato trasportato in codice giallo alla clinica De Marchi. “Nessuno”, spiegano dal 118, è ferito. In tutto sono stati 23 i bambini visitati sul posto in cui è stato dato alle fiamme l’autobus che avrebbe dovuto riportarli a scuola dopo l’attività sportiva. I ragazzini, che frequentano le medie, sono stati portati nella palestra dell’istituto Margherita Hack di San Donato Milanese, in attesa dell’arrivo dei genitori e con supporto psicologico.
I PRECEDENTI – L’uomo, che ha precedenti per abusi sui minori e guida in stato di ebrezza, è stato arrestato con l’accusa di sequestro di persona e strage con l’aggravante della finalità di terrorismo. “La cosa importante è la felice risoluzione di un evento, che poteva portare a un epilogo tragico, grazie al coraggio dei ragazzi che sono stati veramente bravi”: è quanto ha detto Luca De Marchis, comandante provinciale dei Carabinieri di Milano. De Marchis ha spiegato che ”l’uomo non era armato” e “non ha legato i ragazzini”.
“PERSONA TRANQUILLA” – I colleghi di lavoro così come il barista che lo ha incontrato questa mattina prima del tentativo di strage, descrivono Sy come una persona cordiale nonostante i problemi personali avuti in passati. Aveva divorziato dalla moglie, alla quale sono stati affidati i due bambini che però vedeva ogni tanto. Il 47enne viene descritto come un gran lavoratore. “Con noi – dichiarano da Autoguidovie – lavorava dal 2002. Dal 2004 è stato assunto a tempo pieno e non ha mai dato segnali di squilibrio, né avevamo mai ricevuto reclami sulla sua condotta come autista. A livello di compartimento aziendale, Crema e zone limitrofe, non eravamo a conoscenza dei suoi precedenti penali”.
Il precedente relativo alla guida in stato di ebbrezza risale al 2007 quando Sy venne fermato a Brescia con un tasso alcolemico sopra il livello consentito. “Porto i ragazzi in palestra e torno” ha raccontato a Repubblica il barista della stazione di Crema, in riferimento all’incontro con l’uomo avvenuto in mattinata.
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