Follia e violenza a Napoli, in zona Mercato, nello specifico nella parte bassa del corso Garibaldi nei pressi di Porta Nolana. Un uomo di origini pakistane è stato accerchiato, aggredito e pestato da un gruppo di giovanissimi. Una vera e propria baby gang di cui facevano parte anche delle ragazzine, Gli adolescenti, tra i 13 e i 17 anni, non hanno avuto remore nell’utilizzare anche spranghe e mazze da baseball per picchiare la vittima. Il caso è stato denunciato e alla Polizia e su Facebook dagli attivisti dell’Ex Opg.
IL POST DELL’EX OPG –
Mercoledì 27 febbraio, verso le ore 0.30 circa, Abrar, lavoratore quarantatreenne pakistano, rientrava a casa dopo un’altra giornata di fatica. Percorre, come suo solito, corso Umberto, la strada che percorre ormai da 8 mesi, da quando è arrivato in Italia lasciando, dopo mille sacrifici, la moglie e tre figli nel Punjab. Mercoledì a quell’ora corso Umberto è quasi deserto, passa qualche macchina ogni tanto. Arrivato all’altezza dei vicoli che collegano Corso Umberto con Porta Nolana, incontra sulla sua strada un gruppo di ragazzi e ragazzine, età media sotto 20 anni, sono tanti e sono armati. Alcuni di loro brandiscono bastoni, spranghe e mazze da baseball. Uno di loro si stacca dal gruppo, si dirige verso Abrar e gli domanda: “sei bengalese?”
Abrar risponde di no, la situazione non lo convince, cerca di affrettare il passo e lasciarsi il folto gruppo alle spalle. Sembra fatta. Cammina abbassando la testa finchè non sente colpo che gli arriva all’altezza della nuca, qualche centimetro più sopra e la storia di Abrar avrebbe preso un’altro verso. Accusa il colpo, il tempo di realizzare cosa stesse accadendo e iniziano ad arrivare altri colpi con le mazze i bastoni, viene colpito più volte. Una sprangata gli arriva sulle costole, un altro colpo sulla spalla sinistra e mentre cerca di difendersi, cercano di farlo cadere e gli viene sferrato un altro colpo sotto al ginocchio sinistro. Molti di loro ridacchiano mentre viene colpito ripetutamente. Abrar prende forza si dimena, imbocca il primo vicolo che vede e riesce a sfuggire alla rabbia violenta del gruppo. Riesce ad arrivare a casa, sente dolori, fatica a respirare. La notte non riesce a dormire. Non si spiega la violenza di questo episodio, non la accetta, non sa cosa fare.
La mattina si sveglia e ancora dolorante in alcuni punti si reca al lavoro. Non può saltare, la paura di perdere quel posto di lavoro è tanta, tantissima. In Italia ci è venuto per lavorare, a qualsiasi costo, tre figli, la moglie e la famiglia si devono mantenere e quel lavoro in cucina è l’unica cosa che ha. Nonostante fosse richiedente protezione internazionale, ha scelto di non entrare nel sistema dell’accoglienza straordinaria, il racconto di molti suoi amici ospiti in diversi centri gli hanno fatto capire che non era cosa. Così da solo, tra mille fatiche e difficoltà si è strappato un pezzo della sua autonomia.
Mentre sta al lavoro, un groppo alla gola e tanti pensieri per la testa. Abrar non ci sta a quello che gli è successo, ne ha sentite tante di queste storie, alcune volte è stato importunato ma mai aggredito con simile rabbia e violenza gratuita. E se dovesse succedermi di nuovo? E se dovesse succedere ad altri fratelli? Così scrive un lungo messaggio e contatta una nostra operatrice legale che l’ha seguito per la presentazione della domanda per la protezione internazionale. Ci spiega la situazione e ci da appuntamento vicino al luogo di lavoro. Quando esce ci trova ad aspettarlo, saliamo in macchina e subito di corsa al Cardelli, gli spieghiamo subito che ci vorrà tempo e riusciamo a convincerlo a contattare il datore di lavoro per spiegarli che non avrebbe potuto coprire il turno serale. Passiamo 8 ore in ospedale, fortunatamente Abrar non ha riportato danni fisici gravi, i medici gli danno 5 giorni prognosi, un lieve trauma cranico. Nemmeno il tempo di uscire dall’ospedale e ci arriva un’altra tragica notizia, sempre nella zona di Piazza Garibaldi, un ragazzo bengalese è stato aggredito, gli è stata aperta la testa ed è stato trasportato d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Loreto Mare.
Il collegamento con l’altro evento ci viene quasi spontaneo, in meno di 24 ore 2 aggressioni a 2 cittadini di origine straniera. Sembrerebbe una scena tratta dal film Arancia Meccanica, ma purtroppo è la triste realtà. Saputo di questo altro episodio Abrar ci chiede se possiamo dargli una mano nello sporgere denuncia. Ripete continuamente che questo gruppo e questa ondata deve essere fermata. Non è accettabile, non vuole rimanere in silenzio.
Questo è il clima generale che si respira, un clima sempre più asfissiante, chi sta in prima linea e si sporca le mani nei quartieri abbandonati e marginalizzati sa che non sono esattamente una novità, ma il dato preoccupante è l’aumento di frequenza. E questo succede quando innervi in un tessuto sociale, già portatore di un forte disagio, con un linguaggio e una simbologia razzista; questo succede quando il disagio giovanile, l’abbandono scolastico, la disoccupazione, l’assenza di prospettive, di cultura e di luoghi di aggregazione si sovrappone ai discorsi d’odio, intolleranza e xenofobia. Non ci spaventano i razzisti organizzati, e non ci spaventeranno mai. Quello che ci preoccupa è la circolazione e la penetrazione dei discorsi dei razzisti nei quartieri popolari. Il vento dell’intolleranza soffia più forte li dove i percorsi di solidarietà e mutualismo non arrivano. È più semplice pensare che tutta la società sia diventata totalmente razzista, ma noi non ci stiamo alle semplificazioni estreme, perchè non ci aiutano ad affrontare realmente la questione del razzismo nè ad interpretare la realtà. Questo perchè li dove ci sono solo le briciole e il nulla il potere ci dividerà sempre per sparticeli. Per questo saremo sempre in prima fila a rivendicare la generalizzazione dei diritti e a sbarrare la strada ai razzisti e al razzismo che dall’alto dei ministeri calano nei nostri quartieri, con ogni mezzo necessario.
SU FACEBOOK –
IL VIDEO –
Doppia scossa di terremoto a Napoli, tremano di nuovo i Campi Flegrei dopo giorni di…
Denise Esposito ha pubblicato le foto di una giornata magica trascorsa con Gigi D'Alessio e…
Duplice agguato lo scorso giovedì pomeriggio a Napoli: al corso Secondigliano e in corso Amedeo…
Sgomento e dolore a Ischia, in provincia di Napoli, per la morte di un bimbo…
E' davvero una tragedia quella avvenuta all'alba di domenica mattina quando due ragazze giovanissime venivano…
Momenti di paura a Napoli, nel quartiere Capodimonte. Come riporta il Mattino ci sarebbe stato…