Il boss Ciro Spavone
Ucciso perché avrebbe abusato della figlioletta. Questo il movente dietro l’omicidio di Antonio Crisanti, il 63enne napoletano, residente a Scampia, ucciso nel pomeriggio di lunedì a Rozzano, nel Milanese, mentre si trovava in un parchetto accanto al supermercato “Il Gigante” in compagnia della figlia e del nipotino di due anni.
Accompagnati dal loro avvocato, si sono presentati alla tenenza dei carabinieri di Rozzano E.S. di 35 anni, e A.M. di 27. Il primo, pregiudicato, è l’ex genero della vittima, ritenuto dagli investigatori l’autore materiale che ha esploso i cinque colpi partiti da una calibro 9×21, quattro dei quali hanno raggiunto Crisanti in più parti del corpo. Il più giovane, incensurato, avrebbe guidato lo scooter con il quale è stato realizzato l’agguato.
Ieri sera sul luogo del delitto sono sopraggiunti successivamente i parenti di Crisanti. “E’ il boss di Rozzano. Adesso lo devono lasciare marcire in galera, non è che questo me lo ritrovo fuori tra un mese. Lo hanno ucciso davanti a un bambino di due anni”, ha urlato la figlia della vittima.
E.S. è il fratello di Ciro Spavone, pregiudicato napoletano con diversi precedenti nel traffico di droga a Rozzano e in altri zone in provincia di Milano. Alla base dell’omicidio i presunti abusi sulla figlia del 35enne. Crisanti era indagato dalla Procura di Milano per presunti abusi sessuali su una nipote di pochi anni.
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