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Napoli, imprenditore muore per infezione alla gola: soccorsi lenti e non attrezzati

E’ morto a causa di un’infezione alla gola Alberto Mazzola Turco, un’epiglottidite che generando un edema delle mucose respiratorie ne ha comporto l’ostruzione. Quando l’uomo si è reso conto che quel dolore non era un semplice mal di gola e che cominciava a mancargli il respiro sono stati chiamati i soccorritori del 118, ma purtroppo questo non è servito, è morto dopo cinque giorni al Cto a causa dei danni cerebrali riportati.

Alberto, 49 anni e in ottima saluta, era socio di una nota braceria del Vomero “Cantina La Barbera” e proprio nel suo locale ha vissuto gli ultimi momenti di vita. I fatti risalgono allo scorso 24 luglio quando l’uomo comunica alla moglie il fastidio alla gola considerato come sintomo di un’influenza imminente dunque da risolvere con l’utilizzo di un antinfiammatorio. Così purtroppo non è stato, Alberto la mattina successiva continua ad avere quel dolore alla gola sempre più acuto, scende a lavorare nel locale (che si trova nello stesso palazzo in cui vive) e qualche ora dopo comincia a non respirare bene finché si rende necessario l’intervento dell’ambulanza.

Come riporta il Mattino, l’avvocato Valerio Minucci, che ha raccolto la denuncia della moglie di Alberto, Raffaella Di Donna, ha spiegato i motivi per i quali sono ad oggi i fatti sono emersi: “I tempi sono lunghi, solo per avere la cartella clinica dal Cto ci sono voluti tre mesi“. Secondo la ricostruzione della donna, quella mattina Alberto decide di andare a lavorare nonostante il dolore acuto fino a che gli manca il respiro e arriva l’ambulanza. “Alberto era cianotico – spiega l’avvocato – aveva il collo gonfio e il respiro affannoso. Invece di portarlo al vicino Cardarelli, hanno iniziato a visitarlo senza essere dotati della strumentazione giusta, mancava persino l’abbassalingua. I sanitari arrivano alla conclusione che le vie aeree sono totalmente ostruite e non permettevano alcuna ispezione quindi la corsa al Cto. La moglie aveva chiesto che il marito venisse accompagnato al Cardarelli, ma niente da fare la risposta è che si va al Cto“. La donna a quel punto racconta e denuncia che nel tragitto verso il nosocomio napoletano il marito ha un arresto cardiaco e che quando arrivano al Cto le condizioni sono disperate, Alberto dopo cinque giorni morirà.

Morire per un’infiammazione dell’epiglottide è davvero assurdo, la patologia (che generalmente colpisce i bambini dai due ai sette anni) avviene a causa di un’infezione virale o batterica e si cura con gli antibiotici o, nei casi gravi, intubando il paziente. Il direttore della centrale operativa del 119 di Napoli, Giuseppe Galano, in merito alla vicenda ha dichiarato: “Me ne occuperò subito, voglio parlare con i sanitari, capire bene quali sono i fatti e accertare ogni eventuale responsabilità”.

Fabiana Coppola

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