Nelle prime ore della mattinata odierna la Digos della Questura di Napoli ha eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere e dieci perquisizioni a carico di altrettanti appartenenti alla tifoseria partenopea per i gravi incidenti avvenuti il 6 gennaio 2018, all’esterno della Stazione Centrale di Napoli, in occasione della partita Napoli-Verona.
Durante le perquisizioni sono state rinvenute e sequestrati oggetti utili alle indagini oltre un manganello, un passamontagna e un tirapugni. Tali provvedimenti sono il frutto delle laboriose indagini coordinate dal Pool di magistrati istituito presso la locale Procura della Repubblica.
Gli arrestati sono Tommaso Fiorillo, Gennaro Iescone, Carmine Cacciapuoti, Diego Infante e Fabio Vegliante. Appartengono ai gruppi organizzati Secco vive, Ultras 72 e Area Nord, sigle storiche della Curva B. Cacciapuoti e Infante erano già stati detenuti per l’agguato ai tifosi della Roma di ritorno da Barcellona.
Il 6 gennaio dello scorso anno un gruppo di oltre 100 napoletani, armati di mazze da baseball, armi improprie e cinghie borchiate, stavano per tendere un agguato ai rivali veronesi, nascondendosi nel reticolo di vicoli che circondano piazza Garibaldi.
Arrivati in stazione, stando a quanto riferiscono fonti della locale questura, i tifosi scaligeri si accingevano a salire sugli autobus che li avrebbero poi condotti allo stadio San Paolo, quando un gruppo di ultras del Napoli si è fatto strada lanciando fumogeni e cercando lo scontro con le forze dell’ordine. Alcuni agenti sono poi rimasti feriti.
Nei giorni successivi il sindacato di polizia UIL tornò sull’episodio esprimendo piena solidarietà a tutti i colleghi del IV Reparto Mobile di Napoli rimasti feriti prima di Napoli–Verona.
I poliziotti, si legge, “hanno dovuto fronteggiare una vera e propria guerriglia nei pressi della stazione centrale, dove gli ultras del Napoli hanno tentato l’assalto ai tifosi del Verona, arrivati in treno in città. Solo il tempestivo sbarramento degli agenti che ancora una volta hanno dimostrato senso del dovere e professionalità nell’espletamento del loro servizio, ha evitato il peggio”.
Il sindacato poi denuncia: “Viene negato anche il riposo settimanale e l’organizzazione è fallimentare: ciononostante dieci uomini hanno fronteggiato 150 ultras continuando a pagarne in prima persona le conseguenze”.
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