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Strage di Cisterna: il gesto per ricordare Alessia e Martina, uccise dal padre suicida

La triste fine di Alessia e Martina in quella strage passata alle cronache come Strage di Cisterna (avvenuta nella provincia di Latina) è purtroppo nota a tutti. A distanza di molti mesi le due bambine uccise dal padre carabinieri sono state ricordate con un gesto che vuole dire NO alla violenza sulla donna.

Una panchina rossa nel centro di Cisterna di Latina, simbolo della ribellione contro la dilagante violenza sulle donne ha pianto la scomparsa di Desirée Mariottini, violentata e uccisa a San Lorenzo, e delle sorelline Alessia e Martina,  La panchina rossa è stata inaugurata dalla mamma di Desirée, Barbara Mariottini, che si è seduta per prima, senza dire una parola, tra gli applausi dei suoi concittadini. L’associazione Latinaknitcrochet ha infatti raccolto 10.000 rose in lana bianca, lavorate all’uncinetto da volontarie di tutta Italia, e poi sistemate a terra formando un enorme Mandala dedicato alle due bambine uccise dal papà dopo essere state tenute 9 ore in ostaggio dentro casa, e a tutte le vittime di violenza.

La mamma di Alessia e Martina, Antonietta Gargiulo, l’unica sopravvissuta alla furia omicida del marito, non ha partecipato all’evento perché lontana da Cisterna. Ha voluto però inviare una toccante lettera aperta all’intera cittadinanza: “Il mio sogno è che quello che è successo a me e alle mie figlie non si ripeta mai più, che le donne siano ascoltate dalle autorità e tutelate per non avere più paura. Che nessun bambino debba assistere a violenza e morte in casa sua e in nessun altro, posto perché nessuno sotto questo cielo ha diritto sulla vita di un altro. Il mio sogno è che la società intorno sia più sensibile e dia sostegno a chi vive questo dramma, il mio sogno è che ci siano strutture che accolgano donne e bambini che scappano dalla violenza, che ci siano più controlli sistematici e periodici per chi possiede le armi, soprattutto da un punto di vista medico e clinico. Sogno che ci siano più leggi a tutela delle donne e dei bambini in Italia perché la denuncia o un’ordinanza di un giudice non ti difende da chi ha deciso di ucciderti. Questo è il mio sogno, che nella nostra società mai più si verifichino fatti del genere e sognare è per i coraggiosi“.

redazione

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