Tradizioni

Forse in autunno Milik non è più permaloso

Attaccati su tutti i fronti, vittime di un vero e proprio linciaggio mediatico. Ecco cosa è accaduto durante il calciomercato estivo per i giornali e i giornalisti che hanno “osato” accostare il nome di Edinson Cavani al Napoli.

E chi sono stati i carnefici? Altri giornalisti, colleghi impegnati a tessere le lodi del presidente Aurelio De Laurentiis e pronti a indossare i panni dei moralizzatori contro coloro che provavano a destabilizzare l’ambiente azzurro con notizie false.

Peccato che questo “fuoco amico”, passato il mese di agosto e iniziata la stagione, si sia improvvisamente spento. O meglio è stato concentrato per pungere su altri fronti la squadra partenopea. Il primo è quello relativo al capitano azzurro Marek Hamsik, dato una settimana si e l’altra pure, preda del rimpianto di aver rifiutato la mega offerta cinese.

Eh si, per molti di questi “professionisti” da tastiera, Marekiaro non gradirebbe la nuova posizione da regista trovata per lui da Carlo Ancelotti e preferirebbe andare via. Notizia che si è sovrapposta alle continue dichiarazioni d’amore di Hamsik per la città e viceversa. Insomma, per la serie viva la coerenza.

Ma il vero capolavoro della stampa calcistica locale si è completato con l’argomento Cavani. Il Matador, improvvisamente, è diventato un affare concreto per il Napoli. Le parole di De Laurentiis, in occasione della sfida di andata di Champions League contro il Psg, hanno richiamato l’attenzione di tutti quei colleghi le cui lingue non erano abbastanza indolenzite nonostante le infinite lustrate fatte sul “lato B” del patron.

Così, come per magia, Cavani con un piccolo ritocco dell’ingaggio sarebbe diventato il nuovo affare del Napoli, addirittura neanche per giugno ma già a gennaio. Una vera e propria arte della manipolazione mediatica. Chissà perché parlare adesso di Cavani al Napoli non sarebbe più destabilizzante per l’ambiente azzurro.

Chissà perché questi pseudo giornalisti adesso stanno sponsorizzando il ritorno del Matador bollato come impossibile a luglio. Eppure chi come noi ha pubblicato esclusive e indiscrezioni su contatti reali tra il Napoli, il Psg e l’attaccante, era un “nemico” della squadra e della società azzurra.

Oggi, invece? Ne sono tutti buoni amici? Nelle ultime settimane gli attacchi rivolti ad Arek Milik, completati con la voce dell’acquisto di Cavani, sono stati giusti e giustificati? Forse in autunno il bomber polacco è immune alle offese? Io credo che la verità sia un’altra ed è rappresentata da un’unica risposta: la categoria dei giornalisti ha raggiunto un livello di bassezza mai visto.

Pronti ad attaccare i colleghi per il gusto di farlo. Arroccati su posizioni conservatrici e difese da un ordine la cui esistenza serve solo a tutelare la casta dei giornalisti e non la categoria. Pronti a scrivere e dichiarare tutto e il contrario di tutto, per un accredito, una cena a tavola con l'”elite” cittadina o una soffiata. Una vergogna e questa non è una fake news, ma la cruda realtà.

redazione

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