Un agente aggredito con uno sgabello e una stampella, costretto al ricovero in ospedale per le ecchimosi ricevute. L’aggressore è stato un detenuto con problemi psichici che manco dovrebbe stare in carcere. È accaduto presso il penitenziario di Carinola in provincia di Caserta. Poi l’intimidazione subita dagli agenti di Nisida che hanno trovato le proprie motociclette danneggiate nelle aree di parcheggio esterne al carcere.
“Ancora un’aggressione nelle carceri campane, precisamente a Carinola, nel Casertano, dove un detenuto della sezione regime aperto, affetto da problemi psichiatrici, ha aggredito due agenti di polizia penitenziaria con uno sgabello e con una stampella“, ha dichiarato Ciro Auricchio segretario regionale dell’Uspp (Unione sindacati polizia penitenziaria).
“La grave carenza degli organici della polizia penitenziaria. Negli ultimi anni abbiamo insistito sulla revisione della pianta organica di Carinola rispetto al numero elevato di detenuti e anche sulla questione del regime aperto sostenuto dai vertici dell’amministrazione, che è sempre contestato da questo sindacato. Chiediamo un intervento urgente al ministro Bonafede per sopprimere la vigilanza dinamica nelle sezioni detentive“, ha concluso Auricchio.
NISIDA, LA DENUNCIA DEL SAPPE – “Nel parcheggio adiacente l’ingresso alla portineria del carcere minorile di Nisida a Napoli, è stato messo in atto un gesto fortemente intimidatorio nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. È stato preso di mira e danneggiato il motociclo di un operatore di Polizia Penitenziaria in servizio parcheggiato nelle apposite aree. Tale vile gesto non è un caso isolato, dato che ad un altro motociclo di un altro agente di Polizia Penitenziaria del carcere minorile di Nisida è stato riservato un trattamento simile“, ha dichiarato il coordinatore nazionale per la giustizia minorile, Carmine D’Avanzo.
Che ha concluso: “Quanto accaduto proprio all’interno del parcheggio dell’Istituto può ritenersi un grave episodio di certa matrice criminale da non sottovalutare, che tenta di rendere vano il sacrificio di quei servitori dello Stato che si trovano ad operare in sottorganico e ad espletare turni massacranti. Appare ormai evidente che l’assenza di un sistema di videosorveglianza centralizzato, la facilità con cui ormai si riesce ad accedere all’isola soprattutto nelle ore notturne, la scarsa illuminazione, annullano la sicurezza nei luoghi esterni e limitrofi al penitenziario che sono in uso alla Polizia Penitenziaria e non solo, e questa anormalità potrebbe inevitabilmente riversarsi anche sulla sicurezza interna dell’Istituto. L’auspicio del SAPPE è dunque quello di porre rimedio con urgenza a queste lacune, che incidono pesantemente e negative sulla complessiva sicurezza della struttura detentiva di Nisida“.
Ha invece affermato Donato Capece segretario generale del SAPPE (Sindacato autonomo polizia penitenziaria): “L’auspicio che si faccia presto pena luce su quanto accaduto e rinnova solidarietà del SAPPE, primo Sindacato del Corpo, al Reparto di Polizia Penitenziaria di Nisida. Sono certo che non saranno le violenza di qualche criminale delinquente a ledere lo spirito di servizio, la professionalità e l’abnegazione dei nostri Agenti, impegnati ogni giorno con umanità e attenzione a garantire ordine e sicurezza nelle carceri ed a favorire la rieducazione dei detenuti. Auspico che vengano presto identificati e puniti con la massima severità i responsabili dei fatti accaduti“.
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