Victor Diaz Contreras, sindaco di Tecalitlan non poteva non sapere che i vertici e non solo della polizia locale fossero corrotti e collusi con il clan del narcotraffico. Il suo omicidio di due giorni fa ha chiamato in causa la polizia federale messicana che sta indagando sul caso.
Questo potrebbe comportare una svolta anche sulla vicenda dei tre napoletani scomparsi in Messico dallo scorso 31 gennaio. Infatti, Raffaele Russo, suo figlio Antonio e il nipote Vincenzo Cimmino sarebbero stati venduti dalla polizia locale ad un’organizzazione criminale del posto per una manciata di dollari.
Gli indizi a disposizione degli inquirenti messicani sono diversi e lascerebbero ipotizzare un collegamento tra l’assassinio di Contreras e la scomparsa dei tre napoletani. Innanzitutto la modalità dell’omicidio, avvenuto in stile militare e con l’ausilio di armi pesanti.
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Poi, il fatto che Contreras sarebbe rimasto sindaco soltanto per due settimane prima di nuove elezioni. Infine, alle autorità non risultano denunce da parte della vittima in merito a minacce o intimidazioni. Tuttavia, il fratello del primo cittadino, il giorno prima dell’omicidio, aveva postato sui social una foto della sua auto con i vetri rotti.
“Non escludiamo nessuna pista. Non posso confermare né smentire un possibile collegamento fra i due eventi“, ha dichiarato Fausto Mancilla, procuratore federale dello stato di Jalisco che poi ha concluso: “Ci sono stati arresti di poliziotti municipali e questo ci ha portato a indagare ulteriormente sul consiglio comunale. Abbiamo già pronti altri mandati d’arresto e non possiamo escludere il coinvolgimento delle autorità municipali. Non escludiamo nessun elemento“.
Di conseguenza a rapire i tre napoletani e ad uccidere il sindaco Contreras, potrebbero essere stati sempre un gruppo di agenti corrotti e legati al narcotraffico messicano. Li comanda uno dei cartelli criminali più potenti, proprio quello di Jalisco.
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