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Inps: Domande Rei valide ma respinte per un errore del sistema

Sono pervenute, alla nostra redazione, segnalazioni di pratiche Rei (Reddito per l’inclusione sociale) valide ma respinte dall’Inps con la motivazione della sussistenza di una condizione lavorativa, a tempo determinato e/o indeterminato, di uno dei mebri del nucleo familiare richiedente il beneficio economico. In altre parole, stando a quanto verificato da Vocedinapoli.it, le domande sarebbero state bocciate perché il sistema Unilav (quello in cui confluiscono le comunicazioni obbligatorie da parte delle aziende di inizio e cessazione attività lavorativa), in alcuni casi, risulterebbe non aggiornato; e, perciò, c’è chi appare come assunto ma, invece, è disoccupato da uno o più anni.

In una nota indirizzata alla Direzione centrale dell’Inps ed all’Anci (l’associazione dei Comuni italiani) dello scorso 13 giugno (CDG: MA 14-01), il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali ha riconosciuto essere giunte alla Direzione centrale per l’inclusione sociale alcune “segnalazioni di Rei respinte perché è stato rilevato lo svolgimento di attività lavorativa di un membro del nucleo familiare…” A tal proposito, prosegue la nota ministeriale, “con i competenti uffici dell’Inps è stata verificata la presenza di sporadiche situazioni in cui la reiezione per mancata  dichiarazione di svolgimento di attività lavorativa è dovuta alla mancanza, nell’archivio Unilav, della comunicazione di cessazione obbligatoria di precedente attività lavorativa che, spesso, è risalente negli anni”. Il ministero, infine, rassicura che, fatti salvi i diritti acquisiti dall’originaria data di decorrenza della prestazione, le situazioni in oggetto saranno sottoposte a “riesame da parte dell’Inps  dopo il rilascio dell’apposita funzione informatica”.

Nulla, però, è detto sui tempi di rilascio della suddetta procedura che dovrebbe sbloccare le pratiche respinte e garantire un reddito a chi, attualmente, non gode di altra entrata economica e versa in condizione di povertà assoluta. A due settimane dalla circolare della Direzione generale per la lotta alla povertà e per la programmazione sociale, i fatti dicono che il riesame non è stato avviato e le pratiche in questione giacciono ancora nello stato di respinte. A quando, perciò, lo sblocco di domande a tutti gli effetti valide e con troppa superficialità rigettate? Inoltre, perché l’Inps non ha effettuato un surplus di verifiche, richiedendo ai soggetti inquestione, data la delicatezza della prestazione sociale richiesta, un’integrazione della documentazione ante e non post? Domande alle quali, gradiremmo, l’istituto di via Ciro il Grande desse una risposta. Definitiva e che tenga conto del fatto che mentre ci si sollazza con il rilascio di fantomatiche procedure informatiche, decine di famiglie languono: prive di un reddito e di  qualsivoglia forma di ammortizzatore sociale.

redazione

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