Nonostante le rassicurazioni ufficiali dello stesso giornalista (Carlo Alvino) minacciato, la Digos è lavoro per approfondire quanto avvenuto nel primo pomeriggio di domenica all’esterno dello stadio San Paolo, poche ore prima del fischio d’inizio di Napoli-Torino. Un episodio inquietante e allo stesso tempo assai ingenuo quello che ha visto protagonisti un gruppo di ultras della curva B che ha letteralmente strappato Alvino al collegamento in diretta che stava tenendo con i tifosi per l’emittente Tv Luna.
Ingenue anche le minacce, assai esplicite, rivolte al giornalista da parte degli stessi capi-tifosi che probabilmente non avevano fatto i conti con il microfono acceso. Insomma una brutta pagina che rischia di rimanere tale e restare impunita.
In tal senso si muove il Sindacato unitario giornalisti della Campania che – attraverso una nota ufficiale – fa sapere di aver inviato al Prefetto di Napoli una richiesta di incontro dopo i fatti avvenuti ieri davanti allo Stadio San Paolo che hanno coinvolto il collega Carlo Alvino. “Il videogiornalista era intento ad effettuare, in diretta tv, sull’emittente TeleLuna, delle interviste ai tifosi, quando è stato avvicinato da tre persone che lo hanno portato via con violenza, il microfono è rimasto aperto e si è sentito chiaramente uno dei tre dire: “Non ti picchiamo, ma te ne devi andare subito”.
LE MINACCE DURANTE IL COLLEGAMENTO IN DIRETTA:
“Effettivamente – prosegue la nota – il cronista è scomparso dall’occhio della telecamera e il servizio è stato interrotto. Un caso rarissimo e inquietante. Successivamente gli stessi personaggi sono protagonisti insieme allo stesso giornalista di un altro video apparentemente rassicurante, ma che dimostra soltanto che le minacce sono andate a buon fine e che i violenti sono riusciti a mettere il bavaglio al collega”.
LA FINTA “PACE” TRA ALVINO E GLI ULTRAS
“È un episodio – conclude – che rilancia in maniera forte l’influenza di gruppi violenti sul tifo organizzato sul quale gli organi preposti devono intervenire in maniera dura. Alcuni dei personaggi protagonisti di questo episodio sono ben noti alle forze dell’ordine e già coinvolti in altre inchieste. È fondamentale anche capire quanto la criminalità organizzata controlli alcuni dei gruppi di tifosi. Il calcio deve essere liberato da elementi che poco hanno a che vedere con le competizioni sportive”.
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