Il Centro Ricerche di Portici ha sviluppato un progetto estremamente innovativo ed interessante, gli scienziati napoletani vogliono mandare letteralmente gli ulivi su Marte al fine di creare un microcosmo che permetterà agli stessi di crescere in un ambiente estremo. Il sistema utilizza la terra e simula alcune condizioni di un campo al chiuso, consente di coltivare ortaggi e alcune verdure, anche qualche albero.
Un’idea complessa sviluppata dall’Enea messa a punto con il Gruppo Industriale FOS che permette la crescita di piante legnose in ambienti chiusi, ovviamente inadatti alla coltivazione tipo metropolitane, deserti, spazio. “I nostri microcosmi sono veri e propri ecosistemi, diversi dalle serre e dalle camere di crescita tradizionali, e sono in grado di replicare fedelmente in laboratorio quello che avviene in un campo coltivato”, rileva Luigi d’Aquino del Laboratorio Nanomateriali di Portici.
Una tecnologia in via di sviluppo nata nell’ambito del Laboratorio pubblico privato Tripoda e in via di ulteriore sviluppo grazie al Progetto ISAAC cofinanziato con quasi 5 milioni di euro dal programma europeo Horizon 2020 e dal Pon Imprese & Competitività del Ministero dello Sviluppo Economico.
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