Ancora non si hanno notizie certe sui tre napoletani scomparsi in Messico dal 31 gennaio scorso. Sono passati quasi due mesi e dall’arresto e successiva incriminazione di 4 agenti della polizia messicana non ci sono stati ulteriori passi avanti. Certo, uno dei poliziotti ha confessato di aver venduto i tre napoletani ad un cartello del narcotraffico ed è stata fatta un pò di maggiore chiarezza sulla dinamica della vicenda compreso il movente e l’attività che i tre conducevano. Tuttavia, non vi è stata ancora la svolta sperata.
Però alcuni nuovi elementi d’indagine sono emersi proprio durante la giornata di ieri. Questa pista sarebbe venuta fuori a partire dalle dichiarazioni rese da Francesco Russo (un parente dei tre dispersi) agli inquirenti messicani. Il tutto è contenuto all’interno di un documento nel quale, come riportato da Il Mattino, “si apprende che agli ultimi messaggi vocali inviati via WhatsApp da Vincenzo Cimmino e Antonio Russo, appena fermati dalla polizia, fece seguito una telefonata della quale fino ad ora non era stata diffusa la notizia. Proviene dal numero di Vincenzo Cimmino che non osa parlare ma lascia aperto il collegamento, probabilmente per dare modo al cugino Francesco Russo di ascoltare quel che sta succedendo. Si sentono voci in sottofondo, quasi certamente quelle degli agenti che hanno appena fermato gli italiani. Il contenuto è surreale: composto esclusivamente da una serie di numeri. Subito c’è un numero ripetuto due volte, «quince, quince», quindici. Poi una sequenza 34-11-77-60-06 ripetuta tre volte scandendo bene le cifre e seguita da una richiesta «ricevuto?». Subito dopo un’altra sequenza, 43 – 11- 58 – 42 – 45, anche questa scandita con precisione. Poi cala il silenzio e Francesco chiude la comunicazione preoccupato, per andare a sporgere denuncia sperando di ritrovare al più presto i suoi congiunti“.
Il significato di questi numeri è ancora un mistero. Secondo il noto quotidiano, considerando che tali cifre non corrispondono a nessuna sequenza specifica (codice satellitare, coordinate geografiche, numeri bancari, matricola di un auto o altro oggetto), potrebbe trattarsi di un codice militare usato spesso in Messico, il “ColgoMit“. Come riportato da Il Mattino, “si tratta di una serie di numeri ai quali corrispondono messaggi sulle attività di polizia e di controllo, venne sperimentato in occasione delle Olimpiadi del Messico. Pian piano, è uscito dalle comunicazioni dei militari per resistere esclusivamente nei messaggi delle polizie locali delle piccole città“.
Il giornale ha provato a tradurre in parole la sequenza numerica: “Li abbiamo trovati, sono alla stazione di servizio. Non farlo sapere a nessuno, chiudi i collegamenti radio e resta in allerta. Sono narcotrafficanti, stiamo investigando. Sono quelli che stavano cercando i cartelli dei narcotrafficanti, li abbiamo trovati. Noi siamo in moto e adesso chiuderemo i contatti radio, ci siamo separati in due gruppi, abbiamo con noi l’automobile. Cercate di scoprire se queste persone hanno precedenti“.
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