E’ passata ormai più di una settimana da quando Nadia Toffa ha annunciato in diretta a Le Iene di aver avuto il cancro. Subito dopo la dichiarazione in tv molti hanno mandato messaggi d’affetto e solidarietà alla giornalista. Su Facebook il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha scritto: “Oggi dovremmo tutti ringraziare Nadia Toffa. La sua testimonianza è importantissima, dà coraggio a tutti gli uomini e le donne che stanno lottando contro il cancro. Devono sapere che non sono soli e che tutto il mondo della medicina, della ricerca e del volontariato combatte con loro“.
Qualcuno però non è d’accordo con l’affermazione della Toffa: “Non trattateci da persone malate, siamo dei guerrieri. Chi combatte contro il cancro è un figo pazzesco“. Una paziente oncologica ha scritto però una lettera alla giornalista , pubblicata sul sito Nurse24.it, per tutti coloro che il cancro non l’hanno sconfitto.
“Quando ho sentito Nadia rivelare del suo cancro in tv ho pensato a me. A me che non sono ancora fuori. A me che vado in giro a raccontare che quei 5 anni di aspettativa di vita si possono anche superare. Ci vuole fortuna. Ci vogliono bravi medici accanto. Ci vogliono infermieri che ti prendano per mano, come è successo a me. Ci vuole la famiglia che non ti abbandoni. Ci vogliono terapie che non ti ammazzino prima. Ci vuole il buon Dio, che sia davvero un Dio Misericordioso e ti conceda ancora un po’ di tempo…E non siamo né fighi né combattenti. Il cancro è la peggior stronzata che ti possa succedere nella vita. È la sforbiciata peggiore che possano avere i tuoi sogni “Aspettativa di vita”… Provate a pensarci. È una frase che ti massacra”.
Poi la donna lancia un appello a Nadia Toffa, un invito a modificare parzialmente il messaggio lanciato:
“Cara Nadia, avresti sicuramente dovuto dire: Ho avuto anch’io il mio inciampo. Forse la mia posizione di personaggio pubblico mi ha posto in una posizione più fortunata del comune Mario o Lucia. Forse il mio era all’inizio… ed eccomi qua, dopo aver fatto le mie chemio preventive… per sicurezza. Perché io, per parlare di quelli che sono già con l’acqua alla gola, o forse ancora peggio, altrimenti mi sento ferita. Cerchiamo, che dico, pretendiamo di continuare ad essere visti come Persone. Persone in difficoltà. Persone fragili, ma Persone”.
“Mi sono sentita offesa. Non per me, ma per tutti quelli che il cancro ce l’hanno sul serio. Mi sono sentita ferita. Non solo per me, ma per tutti quelli che il cancro lo vivono ogni momento del giorno. Che stanno svegli il più possibile per paura di non svegliarsi più. Che si portano dietro il dolore non solo fisico, che già basterebbe. Come dice Nadia (ma da quanto si sta predicando? Però ancora la gente disperata non lo capisce) non andiamo dai santoni. Lasciamo da parte tutta questa gente che ci vorrebbe far bere pozioni magiche o farci fare esercizi liberatori (urliamo forte: scacciamo il male).Cerchiamo, che dico, pretendiamo di continuare ad essere visti come Persone. Persone in difficoltà. Persone fragili, ma Persona. E non siamo né fighi né combattenti. Il cancro è la peggior stronzata che ti possa succedere nella vita. È la sforbiciata peggiore che possano avere i tuoi sogni.
E c’è anche tanta, tanta fatica…”.
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