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Pizzo alla produzione di Gomorra: “5mila euro in una busta per usare Villa Savastano”

E’ giunto quasi a termine il processo a carico dei due imputati nel processo per il pizzo che sarebbe stato pagato dalla casa di produzione Cattleya per poter girare alcune scene della prima serie di Gomorra all’interno della villa appartenente al boss Franco Gallo detto ‘o pisiello, che fu arrestato proprio mentre stavano per cominciare le riprese.

La sentenza dovrebbe essere proclamata questa sera, ma intanto la Procura di Torre Annunziata potrebbe decidere di aprire un altro fascicolo a seguito della testimonianza di un dipendente della Cattleya. Imputati nel processo, Gianluco Acropinto, organizzatore generale della prima serie di Gomorra, per cui sono stati chiesti 1 anno e 6 mesi e Gennaro Aquino, il location manager per cui è stato chiesto 1 anno e 3 mesi. Proprio lui ha ammesso che è stato pagato un pizzo di 5mila euro per poter girare le scene nella villa del boss:
Uno della produzione mi portò una busta chiusa con all’interno 5mila euro. Erano soldi della produzione, che io portai a zì Filuccio. Non so chi mise i soldi in quella busta. Però Raffaele Gallo aveva minacciato di non farci entrare più in casa a girare, io avevo paura perché gli avevo dato la “mano di parola” e in certi ambienti è pericoloso non rispettare gli accordi. Ricordo anche che mancavano mille euro, così li prelevai dal mio conto e glieli consegnai. Poi Cattleya me li ha rimborsati. Fin dal primo momento Cattleya sapeva che non erano persone pulito, anche Gianluca Arcopinto, ma decisero che la villa bunker con quegli strani interni era quella giusta e vollero girare lì anche dopo l’arresto del proprietario. Ho sbagliato ma Cattleya non voleva che si facesse riferimento ai problemi che c’erano stati all’inizio“.

Tutt’altra versione quella di Arcopinto, altro imputato per cui ufficialmente non sarebbe stata versata nessuna cifra agli appartenenti alla famiglia Gallo:
Ufficialmente dalle casse della Cattleya non sono uscite somme di denaro se non quelle rendicontate. Ma non posso  escludere che possano essere stati creati fondi neri, attraverso fatture gonfiate, con i quali siano stati pagati quei camorristi“. Deposizione fatta lo scorso ottobre.
Sky all’epoca aveva chiesto chiarimenti alla casa di produzione che aveva smentito tutto.
La Procura di Torre Annunziata però vuole vederci chiaro, intanto per le tentate estorsioni sono stati condannati il boss Franco Gallo, attualmente al regime di 41bis, il padre Raffaele condannato a 5 anni e 8 mesi di carcere e la madre, Annunziata De Simone a 5 anni e 4 mesi.

redazione

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