Lo hanno atteso all’uscita del carcere di Secondigliano perché sapevano che da poco era passato in regime di semilibertà e lavorava nell’edicola-cartoleria gestita dal padre ad Arzano, comune a nord di Napoli, distante appena pochi chilometri dal penitenziario. Conoscevano perfettamente tutti i suoi movimenti e non hanno esitato ad agire subito, a bruciapelo, esplodendo diversi colpi di una calibro nove che lo hanno centrato in pieno volto.
Era il 27 ottobre scorso e Raffaele Russo, 40enne originario di Casoria, ha lottato tra la vita e la morte fino a questa mattina quando il suo cuore ha smesso di battere costringendo i medici a constatarne il decesso. “Cartolandia” era ricoverato presso l’ospedale Sant’Anna a San Sebastiano di Caserta dove era stato trasferito dal reparto di terapia intensiva del San Giovanni Bosco di Napoli.
La strada battuta dagli investigatori è quella camorristica. Infatti Russo era un affiliato del clan Moccia, sodalizio all’interno del quale si è scatenata una violenta faida provocata dall’indebolimento dell’organizzazione criminale. Secondo gli inquirenti “Cartolandia” avrebbe commesso uno sgarro, cioè quello di passare con lo schieramento criminale sbagliato. Dovrebbe trattarsi di un gruppo nuovo e forte che è originario di Arzano e sarebbe legato agli Amato–Pagano. Russo sarebbe stato vittima dei nuovi equilibri che stanno caratterizzando le dinamiche criminali proprie dei comuni dell’area Nord di Napoli.
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