Si cerca di fare luce sulla morte di Vincenza Cerbone, l’insegnate di Acerra, originaria di Afragola, morta venerdì pomeriggio scorso a causa di un malore alla stazione Tav. La maestra aveva 42 anni, un marito e due figli di otto e quattordici anni. La Procura di Napoli Nord ha aperto un fascicolo su questo decesso e il primo atto dell’inchiesta è stato affidato al procuratore capo Francesco Greco e al pm Claudia Maone che insieme all’aggiunto Domenico Airoma ha portato al sequestro giudiziario della salma.
I dubbi sulla morte della donna infatti esistono in quanto qualcuno ha assistito alla morte di Enza e ha raccontato i fatti. Il parlamentare europeo Nicola Caputo ha scritto un lungo post su Facebook:
“Alla stazione di #Afragola mentre sono in attesa del treno per Firenze, una donna si sente male e si accascia a terra per un arresto cardiaco. Operai del cantiere e uomini della sicurezza si danno da fare per rianimarla. Arriva un medico che fa tutto il possibile, dal massaggio cardiaco all’aiuto alla respirazione. Siamo tutti agitati, proviamo tutti a chiamare il 118 e la polizia stradale. Nel frattempo si scopre che una stazione ferroviaria ultramoderna manca di defibrillatore, di attrezzature e personale di primo soccorso. L’ambulanza arriva con 30 minuti di ritardo anche per le oggettive difficoltà nel trovare la strada che porta alla stazione. Dopo oltre un’ora di tentativi operati dalla squadra del 118 – scrive ancora Caputo – si attesta la fine di una giovane signora di 42 anni. La tristezza e la commozione prendono tutti noi. Forse non si sarebbe potuta comunque salvare, ma perché nel 2017 si può morire senza poter ricevere tutti i possibili soccorsi nei tempi giusti? Che senso ha costruire una stazione prodigio di architettura se poi non si è in grado di essere un luogo sicuro per i suoi utenti? Nella nostra terra non servono nuove cattedrali nel deserto, ma luoghi e servizi sicuri per chi li vive! In nord Europa stanno testando modalità di primo soccorso con i droni…e noi?”.
Per contro al racconto però la direzione del 118, centrale di Pozzuoli, ricostruisce in maniera diversa quanto accaduto. Sarebbero trascorsi, secondo la versione dei sanitari, solo 10 minuti di tempo dalla telefonata ricevuto all’effettivo arrivo dell’ambulanza alla Tav di Afragola. Anche Rfi interviene dichiarando che la presenza di un defibrillatore nella stazione Tav di Afragola non è di competenza delle Ferrovie e che dopo l’episodio a piazza Garibaldi, la Regione e l’Asl di competenza hanno attivato un posto di primo soccorso H24. Nel frattempo su Facebook il cognato della donna scrive un messaggio per Enza:
“Ciao Enza, riposa in pace. Un altro Natale triste per me”.
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