“Vivono a Napoli, città ad alta densità criminale, nella quale il carattere saltuario dei controlli di polizia non sarebbe idoneo ad evitare il concreto pericolo di evasione, considerata anche l’elevata abilità degli indagati nel celare la propria reale identità“, queste le parole del Gip fiorentino Paola Belsito utilizzate per motivare la decisione di negare i domiciliari a tre cittadini dello Sri Lanka residenti a Napoli.
L’accusa è di ricettazione di carte di credito e documenti di identità, con cui i tre cingalesi avrebbero provato ad acquistare in un negozio di telefonia due smartphone di ultima generazione, attraverso questa strategia: avrebbero provato a cambiare documenti e carte di credito tra il primo e il secondo acquisto in modo da portare a casa un telefonino di ultima generazione. Parliamo di oltre mille euro.
Il provvedimento del Tribunale ha rivelato un doppio colpo nei confronti di Napoli, uno rivolto al contesto sociale ritenuto non idoneo ad una pena da scontare ai domiciliari, l’altro riferito al lavoro delle forze dell’ordine che non farebbero i dovuti controlli con la giusta frequenza.
Sulla vicenda si è pronunciato anche il Questore di Napoli, Antonio De Iesu: “Non mi sento assolutamente di valutare le decisioni del giudice che è nella piena autonomia e legittimità di emanare un provvedimento, preso, presumo, sulla base di dati. A Napoli il numero dei soggetti sottoposti ad arresti con detenzione domiciliare ha sicuramente profili diversi rispetto ad una piccola città e si pone un problema di controlli. Noi lo facciamo con sostenibilità dovendo affrontare vari profili di sicurezza“.
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