Salvatore Donadeo, alias 'o Puizzolente
Era il 17 settembre del 2015, Giovanni Rinaldi, figlio di Vincenzo boss dell’omonimo clan, era in via Pazzigno nel quartiere San Giovanni insieme ad un amico. I due discutevano animatamente, probabilmente di un litigio avvenuto tra un giovane ed un esponente della famiglia Reale, anch’essa operante sul questo territorio dell’aea Est di Napoli. Ad un certo punto si è sentito il rombo di uno scooter che si è avvicinato ad entrambi, a bordo c’erano Luigi Bonavolta e Salvatore Donadeo alias ‘o Puzzolente.
Il primo è sceso dal mezzo, ha estratto una pistola e mirando contro Rinaldi ha esploso diversi colpi d’arma da fuoco ferendo il giovane che si è poi salvato. Gli inquirenti, grazie ai rilievi dei Carabinieri, hanno collegato il fatto alla catena di episodi che hanno segnato un’escalation di violenza che ha coinvolto il clan Mazzarella e il clan Rinaldi. I due sodalizi sono protagonisti da anni di tensioni e piccoli sgarri con un unico e solito obiettivo: il controllo della zona che va dal Mercato a San Giovanni a Teduccio.
Insomma un sorta di “faida fredda” in cui sono state protagoniste le numerose “stese” registrate nella zona delle Case nuove e di San Giovanni. Per quell’agguato Bonavolta e Donadeo sono stati arrestati ad ottobre del 2015 e dopo il processo di primo grado svoltosi con rito abbreviato, il giudice Giuliana Taglialatela ha condannato sia Bonavolta che Donadeo, rispettivamente a 4 e 5 anni di detenzione. Le accuse confermate sono state di lesioni volontarie ai danni di Rinaldi più la detenzione di armi.
Invece dopo il processo d’appello, andato avanti sempre con l’abbreviato, è cambiato il giudizio precedente ed a Bonavolta sono stati concessi gli arresti domiciliari nonostante la Procura, attraverso il Pm, ha chiesto l’aggravante mafiosa come motivazione dell’agguato. Inoltre, da quattro, gli anni da scontare sono diventati tre. In questo modo il “tentato omicidio” è diventato “litigio e violenza per motivi privati”. Invece per Donadeo è stata confermata la detenzione in carcere per altri quattro anni.
Questa vicenda, come riportato da Il Roma, sommata ad altre accadute in questi giorni ha caratterizzato uno scenario pieno di tensioni ed elementi sui quali l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine hanno acceso i riflettori. Tra blitz alle Case nuove (durante l’ultima operazione è stato arrestato Angelino Bernardo accusato di spaccio di droga e sono state trovate due pistole) nel fortino dei Rinaldi e “stese” contro le abitazioni dei Mazzarella, la situazione tra i due sodalizi potrebbe degenerare.
Tuttavia entrambe le organizzazioni criminali avrebbero trovato un equilibrio per evitare una guerra e rilanciare i propri affari illeciti. Tra questo l’aver tracciato i confini per il racket e le estorsioni nella zona Mercato. Una suddivisione in un territorio che confina con il centro storico di Napoli e con le zone della Maddalena e la Vicaria, territori in cui vi sono alcuni focolai accesi da altri clan.
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