Scampia

Diagnosi tardiva: la bimba napoletana muore di tumore a tre anni

La disperazione di una mamma è quella che echeggia dopo la morte prematura della sua piccola, Asia Bosco. Mamma Maria Ciervo è distrutta, stroncata, stremata. Un dolore inspiegabile, troppo grande per essere descritto: “Mia figlia è stata uccisa. Voglio giustizia e voglio che chi l’aveva in cura venga radiato dall’albo dei medici” grida la donna. La sua è una richiesta di aiuto, la disperazione per la scomparsa della sua piccola dopo un lungo e doloroso calvario.

I genitori di Asia sono assistiti dall’avvocato Libera Cesino e dalla criminologo Antonella Formicola, dopo aver perso la loro piccola di tre anni e mezzo il 4 ottobre 2014 per una diagnosi di tumore tardiva. Maria ha raccontato l’inizio del calvario, la piccola Asia stava male, lei contattava i suoi due pediatri ma questi, ritenendola apprensiva, giustificavano le problematiche della piccola come semplice bronchite. “Invece era un tumore che poi le è stato diagnosticato nell’ospedale Santobono di Napoli” spiega la mamma che da quel momento ha iniziato, insieme al papà di Asia, una lotta contro il tempo: “Hanno cercato di salvarla ma non c’è stato niente da fare. Era troppo tardi. Il tumore l’hanno trovato l’11 settembre del 2013. Abbiamo iniziato la chemioterapia ma il 4 ottobre del 2014 Asia ci ha lasciati, aveva appena tre anni e mezzo”.

L’avvocato ha spiegato che era possibile giungere ad una giusta diagnosi in tempo, Asia, stando alla perizia effettuata, avrebbe avuto l’80% di possibilità di salvarsi. “La cosa grave – sottolinea l’avvocato – è che hanno continuato a esercitare la professione malgrado i provvedimenti cautelari” e chiarisce anche “La mamma di Asia portò la piccola nel centro di Casal di Principe (Caserta) e malgrado fosse sotto sequestro, i medici la fecero entrare da un ingresso di servizio per visitarla comunque”. Oggi nel Tribunale di Napoli Nord ad Aversa i genitori sono stati ascoltati, imputati nel processo a carico di Angelo Coronella, medico pediatra e neonatologo e sua moglie Ersilia Pignata, che esercitava, secondo le accuse, abusivamente la professione. Tra gli altri reati, sono accusati di omicidio colposo.

“Volevo ringraziare tutti voi…x essere stati sempre vicino..prima e dopo..grazie x il dolce pensiero che avete Donato sia a me che mio marito……ma prima di tutto ad asya….Xche era impossibile nn amarla…qst suoi sorrisi conquistarono tutti……grazie di cuore……” scriveva Maria sul suo profilo Facebook dopo il terribile avvenimento. Oggi i genitori si battono per chiedere giustizia.

Valentina Giungati

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