E’ morto in carcere e in circostanze misteriose Vincenzo De Feo, 27 anni, ex affiliato al clan Contini, da quasi nove anni collaboratore di giustizia. A riportare la notizia questa mattina nell’edizione cartacea è il quotidiano Il Roma.
La morte di De Feo è stata resa note venerdì scorso, 22 settembre, dal suo avvocato durante il maxi-processo che si sta celebrando davanti alla prima sezione penale del Tribunale di Napoli contro uno dei tre clan fondatore dell’Alleanza di Secondigliano.
De Feo è uno dei grandi accusatori di Ettore Bosti, 38 anni detto Ettoruccio ‘o russo, figlio del ras Patrizio Bosti e nipote del fondatore del clan Contini, Eduardo ‘o romano, uno degli elementi apicali del clan, in carcere dal marzo 2016 per associazione transnazionale finalizzata al traffico di droga.
De Feo invece era stato arrestato il 7 agosto 2009 perché accusato di essere il componente del gruppo di 4 rapinatori che nelle prime ore della mattina del 4 agosto 2009 uccise il vigilantes Gaetano Montanino. Nell’omicidio, avvenuto in piazza Mercato, venne ferito gravemente un’altra guardia giurata in quella che era considerata dagli investigatori una rapina che aveva come bottino le armi delle guardie giurate. Il giovane fu arrestato mentre era a bordo di un treno diretto da Fondi verso Napoli, dopo essersi nascosto per pochi giorni in casa dei genitori della fidanzata minorenne.
De Feo ha accusato Bosti jr anche per l’omicidio di Ciro Fontanarosa il 17enne assassinato il 25 aprile del 2009 in via Lettieri, nei pressi della stazione Centrale, perché commetteva furti e rapine senza l’autorizzazione del clan Contini. Ettore Bosti, sospettato di aver ricoperto il ruolo di mandante del delitto anche sulla base delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Vincenzo De Feo, era stato arrestato una prima volta l’8 marzo 2010 per poi essere scarcerato pochi giorni dopo per un vizio di forma. Il 4 maggio successivo però, dopo essere stato bloccato dai carabinieri all’aeroporto di Capodichino, è tornato in cella dove vi è rimasto per circa tre anni.
Nell’aprile del 2013 la Corte d’Assise ha assolto ‘o russo che ha lasciato l’ istituto di Tolmezzo dove era rinchiuso in regime di carcere duro. Assolti anche Vincenzo Capozzoli, imputato come esecutore materiale e Christian Barbato, che doveva rispondere solo di favoreggiamento. Assolto anche il pentito De Feo, ritenuto pertanto inattendibile pure con riferimento al ruolo di “autista” che si era attribuito con le sue dichiarazioni.
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