Numerose ferite alla testa che hanno provocato un trauma cranico, contusioni multiple all’addome, ad una spalla, ad un ginocchio e al bacino ed un forte stato confusionale. Il tutto concluso con un ricovero che ha previsto una prognosi di 21 giorni. È questo il drammatico bilancio dell’aggressione che una guardia penitenziaria, di servizio presso il carcere di Secondigliano, ha subito da parte di un detenuto.
“Ormai la situazione è diventata insostenibile – ha dichiarato a VocediNapoli.it Emilio Fattorello, Segretario nazionale del SAPPE (Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria) – noi agenti viviamo un pericolo costante all’interno delle carceri in cui lavoriamo e con la nuova ‘Vigilanza Dinamica’ le cose sono peggiorate“. Il sistema detentivo, denominato Vigilanza Dinamica prevede che le celle siano aperte in più momenti della giornata e che i detenuti possano stare fuori frequentando le aree comuni, definite come spazi di socialità.
La vicenda è avvenuta proprio in questo contesto: nel momento in cui l’agente in questione ha ordinato ai detenuti di rientrare nelle proprie celle, uno di essi è andato in escandescenza e utilizzando un arma di fortuna – il bastone di una scopa ndr – si è scagliato contro la sua vittima picchiandolo. Anche un altro collega è stato coinvolto nella rissa, riportando una frattura esposta alla mano per la quale ha avuto una prognosi di 7 giorni.
Sembrerebbe che all’azione abbiano partecipato più detenuti di cui uno sarebbe legato al clan Mazzarella, infatti, l’area dove è accaduto l’episodio di violenza è la Sezione S, quella di massima sicurezza dove sono detenute persone legate alla camorra. “Per quanto sia giusto garantire ai detenuti una detenzione dignitosa all’interno delle carceri, è anche necessario tutelare il lavoro degli agenti. Lasciare in libertà personaggi legati alla criminalità organizzata che hanno la possibilità di associarsi o scontrarsi, non fa che aumentare le tensioni all’interno dei penitenziari, e le conseguenze di questa situazione le pagano gli agenti”, ha affermato Fattorello.
Del resto è risaputo che le carceri italiane stiano vivendo una forte crisi umanitaria, tra il sovraffollamento dei detenuti e lo scarso numero di agenti penitenziari, “basta pensare che a Poggioreale ci sono più di 2100 persone a fronte di una capienza massima di 1500 detenuti. Mentre gli agenti sono sotto di almeno 200 unità – prosegue Fattorello – il problema è che le nostre carceri sono predisposte per un sistema repressivo e non rieducativo nei confronti dei detenuti, quindi attivare iniziative di apertura senza una solida organizzazione, crea soltanto problemi. Anche perché ai detenuti fuori le celle non vengono garantite attività lavorative, di studio e ricreative“.
Il detenuto autore dell’aggressione è in stato di isolamento, in attesa che l’inchiesta interna al carcere faccia chiarezza sulla vicenda. È stata anche fatta una denuncia all’Autorità giudiziaria. Nel frattempo il SAPPE sta pensando ad un protesta nazionale: “Con tutti i sindacati stiamo pensando di promuovere una manifestazione nazionale per far emergere queste problematiche e spingere lo Stato a fare qualcosa affinché siano risolte“, ha concluso Fattorello.
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