Il Tribunale ha accolto la richiesta dei legali dell’imprenditore Alfredo Romeo che potrà così andare ai domiciliari e finire di scontare la sua pena preventiva a casa. C’è solo un imprevisto: mancano i braccialetti elettronici e per questo Romeo potrebbe restare in carcere a Regina Coeli.
Poi il presunto coinvolgimento di esponenti politici di rilievo, da Italo Bocchino, al Ministro Lotti fino al padre del Segretario del Partito Democratico Matteo Renzi. Ed è stato proprio quest’ultimo aspetto a scatenare l’ennesimo conflitto tra politica e magistratura.
Dall’evoluzione delle indagini è emerso che l’intercettazione che avrebbe dovuto incastrare il padre di Renzi sia stata costruita e comunicata per errore alla procura. Questo ha messo sotto accusa i vertici del Noe, con Giampaolo Scafarto e il suo vice Alessandro Sessa che sono indagati. Non solo, ma la Procura di Napoli si sarebbe scontrata con quella di Roma per alcuni conflitti sui diversi filoni di indagine. E qui arriva la ciliegina sulla torta, un indagine disciplinare del Csm (Consiglio Superiore della Magistratura) e un’indagine della Procura capitolina ai danni del Pm di Napoli, Henry John Woodcock, titolare dell’indagine e accusato di aver comunicato atti segreti ai media.
Insomma il caso Consip potrebbe rivelarsi un vaso di Pandora che una volta aperto potrebbe far uscire fuori molti elementi, non solo legati al malaffare e alla malapolitica ma anche alla malagiustizia.
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