Ci sono date che valgono assolutamente uno sforzo mnemonico in più. Quella di mercoledì 22 marzo 2017 rientra sicuramente tra le ricorrenze da imprimere a fuoco nella nostra memoria a lungo termine. Il motivo di tanta importanza è facile da spiegare. Mercoledì, infatti, è stato effettuato un ritrovamento che definire sensazionale è davvero dire poco! Alcuni operai della comunità montana ‘Alento-Monte Stella’ erano al lavoro presso il Monte Cicerale, quando si sono trovati di fronte uno spettacolo mozzafiato. Il racconto di quello che è accaduto ha dell’incredibile anche perchè è stato semplicemente frutto del caso.
Franco Avenia ed Edoardo Palumbo stavano rimuovendo rovi e sterpaglie quando si sono imbattuti, sulla secolare via Poseidonia che da Paestum si snoda attraverso il cuore del Cilento, in un pezzo di storia dimenticato. Al loro sguardo, infatti, si era offerto, senza nulla a pretendere, un antico acquedotto in pietra. Immediatamente i due operai della forestale hanno pensato bene di chiamare per un sopralluogo l’amico Simone Gioia, un esperto di storia locale la cui reazione di stupore ha lasciato quasi subito spazio alla conoscenza accumulata nel corso degli anni in ambito storico ed è così che il detentore dell’archivio fotografico storico di Cicerale ha confermato la bellissima scoperta.
Simone Gioia è dell’idea che l’acquedotto possa essere fatto risalire ad oltre cinque secoli fa, precisamente al 1500 e che fosse stato costruito per portare l’acqua al paese di Monte Cicerale. L’esperienza bellissima che ha avuto l’onore di vivere, anche se claustrofobica come lo stesso cultore storico ha poi avuto modo di descrivere, gli ha permesso di portare alla luce quella che a prima vista sembra essere, a tutti gli effetti, la più antica testimonianza del passato rurale dell’intera piana del Cilento.
L’antico acquedotto è stato rinvenuto al di sopra della Strada provinciale 83, su un lembo di terra a ridosso di un convento benedettino. Intanto si aspetta l’arrivo della sovrintendenza per effettuare i primi rilievi del caso. Nell’attesa la comunità montana locale si gode lo stupefacente ritrovamento consapevole che potrebbe trattarsi di una grande opera di ingegneria realizzata da una comunità dedita soprattutto all’agricoltura e all’allevamento.
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