L’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) in collaborazione con l’ESA, la sua corrispettiva europea, ha organizzato il 21 marzo scorso, la proiezione in anteprima del nuovo film della Warner diretto da Daniel Espinoza, in uscita nelle sale italiane giovedì 23 Marzo.
Con grande accuratezza scientifica ed effetti speciali, la storia tiene col fiato sospeso, ma la vera novità del film è staccarsi dalla visione antropomorfa e “classica” nel presentarci un nuovo alieno cinematografico, una delle infinite possibilità di evoluzione che una forma di vita basata sul carbonio, come la nostra, può assumere, oltre ad una nuova visione dell’interazione e della contaminazione fra specie differenti che cercano di sopravvivere.
Ha preceduto la visione un dibattito a tema “Life – Vita su Marte“, moderato da Andrea Zanini, portavoce del Presidente dell’agenzia; “L’ASI apre le porte a tutti e fa conoscere le proprie attività, per una vera e propria contaminazione culturale“, come ha affermato la dottoressa Anna Sirica, Direttore Generale dell’Ente.
La missione VITA, che porterà per la terza volta sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) l’italiano Paolo Nespoli, e il titolo del film (life, “vita” in inglese ndr) sono strettamente collegati: difatti, la ricerca della vita fuori dal pianeta terra è uno dei motori della ricerca spaziale, e pone riflessioni interessanti su come avremmo potuto svilupparci altrove, su pianeti diversi e con diverse condizioni.
Barbara Negri, Responsabile dell’Unità Esplorazione e Osservazione dell’Universo dell’agenzia, ha illustrato come nel sistema solare si ricercano le nostre origini, per capire se la vita sulla terra si sia formata autonomamente o sia stata portata da oggetti staccatisi da altri corpi celesti, come ad esempio Marte: nelle esplorazioni sono state trovate tracce di acqua, aminoacidi, proteine, il ciclo del carbonio alla base della nostra forma di vita, ma non la “scintilla” che li combina. Una risposta la darà forse la prossima missione Exomars, nel 2018, che trapanerà a due metri di profondità per cercare reperti non sterilizzate dalla radiazioni, a cui Marte è soggetto sui quali poter ricercare forme di vita fossili. E’ chiaro, però, che nel nostro sistema sono presenti tutti gli elementi per farci ritenere di non essere unici come abbiamo sempre ritenuto.
Gabriele Mascetti, Responsabile unità Microgravità e Volo Umano, ha sottolineato come la stazione Spaziale Internazionale sia l’avamposto dell’umanità, un progetto globale di 15 paesi, che vedono la Terra così come la si vede dallo spazio: unica e senza confini.
Al momento gli altissimi livelli di radiazioni sulla superficie, la quantità di cibo da portare per un viaggio lungo in totale più di un anno, così come il riciclaggio di ossigeno e acqua sono ancora grossi problemi logistici, ma per l’uomo, “Marte è solo a una decina d’anni” come afferma Nespoli, in collegamento da Houston. Immaginare, come hanno fatto gli autori del film, come possa essere l’interazione di un astronauta con una vita aliena è molto interessante, si dovranno prevedere procedure per la contaminazione o l’incontro con nuove creature, ha proseguito Nespoli, in partenza a Maggio per la ISS, che ha dichiarato di sentirsi a casa nella stazione, che alla lunga si diventa un po’ “extraterrestre“, in quanto vivere senza gravità non è naturale, ma molto bello, e si augura che presto, tutti possano provarla con lo sviluppo del turismo spaziale.
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