Napoli è molto probabilmente, non me ne voglia alcuno, l’unica città italiana in grado di sorprendere ancora i propri cittadini e i turisti che si avventurano nel dedalo delle sue viuzze e dei suoi sotterranei. Il capoluogo campano è come un fiore che si lascia spogliare petalo a petalo e quando pensi di averle viste ormai tutte, è in quel preciso istante che ti rendi conto di essere incappato in un banalissimo errore perchè a Napoli i colpi di scena non mancano mai. E’ così che le Sirene ammaliano e seducono con il dolce canto di un passato costretto al silenzio forzato ed eterno.
Di tanto in tanto però accade l’inevitabile ed i segreti nascosti tornano a vedere la luce. Michele Quaranta, pioniere della speleologia napoletana, era uno di quegli uomini che non aveva paura, a dispetto dell’età, di avventurarsi nelle viscere della città per andare alla scoperta di nuove storie ancora taciute. Ed è proprio a lui e a Clemente Esposito che dobbiamo dire grazie se, oggi, possiamo narrare la caparbietà di una donna napoletana che non si è fermata davanti a nulla, neppure davanti alla bombe. La sua storia inizia e si conclude in otto parole in fila che raccontano più di un libro intero.
«La signorina Filomena riceve anche in questo ricovero». Questa la strana incisione che campeggia nel semibuio del ventre del capoluogo campano tra cunicoli e grandi stanze di tufo. Siamo nella Napoli sotterranea, per la precisione a venti metri sotto piazzetta Augusteo. Siamo nei sotterranei partenopei, un vasto e suggestivo intrigo fatto di caverne, cisterne, cunicoli e pozzi che vanno a costituire una città sotto la città. Un luogo che i napoletani adoperavano come riparo durante la Seconda Guerra Mondiale e che è servito a Filomena per continuare ad esercitare la sua professione a dispetto di quello che accadeva ai ‘piani superiori’.
Ed è così che, ancora una volta, Napoli dimostra di essere la città dalle mille facce, dalle mille sorprese, dalle mille paure e dalle mille storie. Non deve quindi sorprendere la contraddizione partenopea a metà strada tra la vita e la morte. E mentre sei nel cuore di Napoli ed immagini la Seconda Guerra Mondiale, la città che soffre, il dolore del popolo che urla e scappa sottoterra per paura della pioggia di bombe che da lì a poco bagnerà, devastandola, una delle metropoli più belle d’Italia, ecco che un sorriso beffardo sboccia inevitabile sul tuo volto. Tutto merito della signorina Filomena e della sua storia raccontata da un sottosuolo carico di un avvincente passato.
Filomena, per quanti non lo avessero ancora capito, era una prostituta. Proprio così: un’allegra donna dei Quartieri Spagnoli che, nonostante il ‘rovescio’ di bombe imperversasse su Napoli durante la Seconda Guerra Mondiale, non aveva rinunciato al suo mestiere, anzi. Continuava a professarlo con coraggio ed audacia in un’umida alcova scavata nel tufo. Dopo settantanni di oblio durante il quale il buio ha continuato a nascondere con ostinazione questo piccolo segreto di guerra, la verità è venuta finalmente alla luce. La scoperta è stata frutto del caso, un muro scrostato e, d’improvviso, il passato torna a travolgerti.
Michele Quaranta e Clemente Esposito hanno scoperto Filomena un giorno, quasi per caso. I due studiosi erano scesi ad una ventina di metri al di sotto di piazzetta Augusteo, quando la loro attenzione è stata catturata da una freccia incisa sui muri proprio accanto al nome “Filomena”. A quel punto gli speleologi hanno deciso di seguire la strana indicazione nel dedalo di gallerie scavate sotto via Toledo e i Quartieri Spagnoli. Non è stato affatto difficile scovare il talamo dove la signorina Filomena giaceva insieme ai suoi clienti perchè ad ogni imbocco di tunnel tornava la freccia con la scritta quasi come se fosse un segnale al neon, di quelli, per intenderci, tipici di Las Vegas.
E non solo perchè tutto intorno all’alcova, per la precisione in una stanza attigua alla caverna scavata nel tufo, era un fioccare di parole d’amore incise sul muro da chi aveva avuto la fortuna di poter godere delle grazie della signorina Filomena anche per una sola ora. «Il vostro volto resterà per sempre impresso nei miei occhi», «Signorina, il vostro mistero riempirà per sempre il mio cuore» sono solo due delle numerose dediche d’amore che ancora campeggiano nel ventre di Napoli. Sarà stata la guerra, ma, allora, nel capoluogo campano, ci si innamorava anche dopo aver versato la quota dovuta per i servigi ricevuti.
La scorsa mattina i carabinieri sono intervenuti in un cantiere presso il centro commerciale Maximall…
E' morta Angelo Galasso, il giovane di 18 anni di Montoro coinvolto in un incidente…
SHEIN torna a Napoli in occasione del Natale, dal 3 all’11 dicembre, presso la Mostra…
Lino Giuliano e Alessia Pascarella sono tornati insieme, dopo essersi lasciati post partecipazione a Temptation…
E' morto improvvisamente, stroncato da un infarto a soli 32 anni, dopo un malore improvviso,…
E' giallo sulla morte di una donna morta ieri dopo esser precipitata dal nono piano…