Per chi ama la storia della Tv italiana, ci sono programmi intoccabili che hanno scritto meravigliose pagine di intrattenimento e di informazione. Tra questi c’è senza dubbio il Maurizio Costanzo Show, talk che era per milioni di italiani un appuntamento fisso in seconda serata. Ma come per ogni fenomeno che si rispetti, anche per l’immortale trasmissione di Rete 4 prima e Canale 5 poi, è arrivato l’inesorabile declino.
Il baffetto popolare ha iniziato ad aprirsi a tutte le “novità” e, ospitata dopo ospitata, ha deformato l’idea originaria fino a disintegrarla. E così ha chiuso i battenti. Negli ultimi anni il format ha vissuto qualche sussulto con pillole dal sapore di amarcord prima di spostarsi in Rai (con altro nome) senza successo, ma non c’è dubbio che quella magia degli anni ’80 sia per ovvie ragioni irripetibile.
Ci sono stagioni della vita che vanno lasciate lì dove sono per farle vivere meglio, nei ricordi. Provare a riesumare ciò che è vivo solo nella memoria di chi ha vissuto qualcosa, e proporlo alle nuove generazioni, è contro natura: ai giovani sicuramente non può piacere e ai più o meno attempati telespettatori viene voglia di cambiare canale nel vedere un Costanzo (piuttosto impastato) messo in Tv come si mette un’icona su tela e in una teca: a poco serve utilizzare un meccanismo per dare movimento a ciò che è fermo in un’immagine seppure eterna.
Nemmeno sui presepi funziona più di tanto. I puristi dell’artigianato sacro e popolare al massimo tollerano il moto dell’acqua, che è il simbolo della vita per eccellenza. Maurittio Cottanto, ci perdoni, bontà sua, se osiamo dire certe cose. Ma se avanziamo un simile parere è proprio per tutelare quanto di bello e buono è riuscito a fare nella sua carriera. Perché insistere con quel che è stato? E poi, che senso ha chiedere a Diego Armando Maradona se è al corrente (per fare un esempio) che Mauro Icardi gioca in Serie A.
E’ come chiedere a Costanzo se sappia che Carlo Conti condurrà il prossimo Festival di Sanremo. Oppure ripescare dal “cascione” domande trite e ritrite a cui Diego ha risposto già milioni di volte. Possibile che in giro non ci sia un degno erede del Maurizio nazionale? Ieri abbiamo assistito alla sintesi di un’Italia incapace di guardare avanti e che, per emozionarsi (ci spera, ci prova), può solo guardare indietro. Consigli per gli acquisti. Sipario. Sigla.
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