Perché Ischia si chiama così?

Se si vuol scoprire perchè l’albero si chiama così, o la sedia, o il fiore, o il metallo, si deve far ricorso all’etimologia, una scienza in cui convergono molte discipline nel tentativo di scoprire cosa ha generato una parola piuttosto che un’altra. Se ci applichiamo su “Forchetta”, ad esempio, risaliamo facilmente alla definizione di “Piccola Forca”, quella con cui i contadini infilzavano il fieno. Se però proviamo a spiegarci come mai l’isola di Ischia s’è chiamata così, qualche difficoltà in più la incontriamo.

Raddoppiata e triplicata, se consideriamo che Ischia, nel corso dei secoli, ha cambiato molte volte nome, ognuna per ragioni tutte da scoprire. Il nome più antico dell’isola è Pithecusa (scritto in una serie di varianti che non occorre enumerare). Le teorie che provano a spiegare questo nome apparentemente inspiegabile sono tre, tutte sostenute da eminenti personalità del mondo antico e moderno.

PITHECUSA

Pithecusa (in greco Pithekoussai), secondo Senagora significherebbe Isola della Scimmie (Pithekos = Scimmia). Sarebbe in relazione con la leggenda secondo cui Zeus avrebbe trasformato due briganti cercopi (una popolazione flegrea) in scimmie, e li avrebbe relegati in un’isola. Su un frammento di anfora è stato rinvenuto un disegno che potrebbe effettivamente raffigurare una scimmia, avvalorando questa tesi.

Ma ci sono altre teorie su Pithecusa, uno dei nomi che hanno preceduto quello di Ischia. Plinio il Vecchio sostiene che il nome derivi da Pythos, in greco “Anfora”. La teoria è confortata da moltissimi reperti che testimoniano la produzione di ceramiche nell’isola, rinomata per l’arte vasaia sin dalle sue origini.

AENARIA

Altri nomi dell’isola sono Aenaria, Arime, Inarime, Iscla. La prima potrebbe essere un nome antecedente a Procida, passato ad indicare Pithecusa come se si trattasse di una sua parte. Ma il nome di Aenaria potrebbe essere anche legato alla lavorazione del metallo (aenus), di cui sull’isola si era esperti, come alla figura di Enea, che sostò a Ischia durante il suo lungo rientro in patria.

ARIME, INARIME

Omero, parlando degli Achei alla volta di Troia, scriveva che si agitavano come il gigante di nome Tifeo, quando venne torturato sugli Arimi da Zeus a causa della sua tracotanza. La terra degli Arimi si ritiene fosse proprio sotto Ischia. Un riferimento allo stesso mito proviene da Virgilio, quando descrive la caduta di Bizia, un condottiero legato ad Enea. Tutto verrebbe ricondotto quindi all’attività sismica dell’isola, tra rumori e scosse tremende.

ISCLA

Ma il nome Ischia, quando è nato? Nel Medioevo si trova il riferimento più vicino al nome di Ischia: Iscla. Ne parla Papa Leone III scrivendo a Carlo Magno nell’812 d.C. di come l’isola sia stata abbandonata al proprio destino dopo le violente incursioni saracene. La dicitura precisa è Iscla Maior, e potrebbe indicare la fortezza centrale dell’isola, come l’isola stessa.

ISCHIA

Quando è nato esattamente il nome di Ischia, insomma, non è dato saperlo. Ma si è provato a spiegare il passaggio da Pithecusa a Ischia, e da Arime ad Ischia, con due caratteristiche importanti dell’isola.
PITHECUSA: Isola delle Pigne (Pituis)—> Isola della Resina → Isola Appiccicosa (Insula Visca) → Isola d’Ischia.
ARIME: Tifeo, mentre riposava nel golfo di Napoli, fu schiacciato da un masso lanciato da Zeus (il monte Epomeo), che lo colpì proprio sul bacino ( → Ischis). Ogni volta che tentava di liberarsi dal masso, provocava un terremoto su Ischia.