Il caso di Materazzo dal punto di vista scientifico è chiuso: c’è il Dna dell’assassino e quindi si può risalire alla sua identità.
Dopo ventidue giorni di indagini sull’omicidio di Vittorio Materazzo, l’ingegnere ucciso sotto casa sua con oltre 30 coltellate, arriva ad un punto cruciale. Le analisi sul corpo della vittima e sugli oggetti rinvenuti nel perimetro circostante il luogo del delitto hanno finalmente portato ad un nome.
L’unico indagato della vicenda è il fratello Luca Materazzo, ora però conoscono il profilo genetico dell’omicida e potranno dare la versione definitiva. Qualora risultasse estraneo alla vicenda, si potrà chiedere l’archiviazione, in caso contrario sarà chiesto l’arresto dell’unico indagato. Un giallo che tiene tutti con il fiato sospeso, si attende la comunicazione del nome del colpevole. Sarà ascoltata in Procura la vedova dell’ingegnere, Elena Grande è testimone nell’inchiesta per la morte di Lucio Materazzo, padre di Vittorio, deceduto in circostanze sospette nel 2013. L’intento è infatti fare chiarezza sulla vicenda del patriarca. Come raccontano amici e parenti Vittorio Materazzo aveva iniziato delle indagini “private” per scoprirne di più e aveva confidato di temere per la sua stessa vita. Aveva notato delle incongruenze tra quanto era stato dichiarato sulla morto del padre dal medico e quello certificato in un secondo momento.
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