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Colpo al clan Mallardo: in manette moglie e genero del boss [VIDEO]

Un duro colpo al clan Mallardo, e all’intera Alleanza di Secondigliano, è stato messo a segno all’alba di questa mattina quando un’operazione congiunta di polizia, carabinieri, guardia di finanza e uomini della Dia ha dato esecuzione a un’ordinanza cautelare personale e reale, emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di esponenti di spicco del cartello criminale. Sequestrati beni e contanti per un valore complessivi di 14 milioni di euro.

MOGLIE E GENERO – In manette è finita anche Anna Aieta, moglie del boss Francesco Mallardo (in carcere dallo scorso 16 novembre 2015 dopo un periodo in libertà vigilata), e, secondo gli investigatori, attuale reggente del clan insieme a Salvatore Lucente, genero di Mallardo.

LE TRE SORELLE – L’ordinanza cautelare riguarda il gruppo del clan Mallardo, attivo nel popoloso comune di Giugliano, ma con ramificazioni anche nel centro di Napoli (quartiere Vasto) grazie alla storica Alleanza di Secondigliano. Dalle indagini è emerso l’attuale operatività della storica Alleanza, composta da i clan Mallardo-Contini-Licciardi, e siglata da vincoli parentali stretti grazie ai matrimoni tra le tre sorelle Aieta (Anna, Rita e Maria) rispettivamente con Francesco Mallardo, Eduardo Contini e Patrizio Bosti.

Il boss Francesco Mallardo

LE INDAGINI – Partite nel 2014, le indagini della DDA partenopea, coordinate dai procuratori aggiunti Filippo Beatrice e Giuseppe Borrelli, hanno evidenziato il ruolo di Francesco Mallardo quale assoluto leader dell’Alleanza (dopo gli arresti di Contini e Bosti (padre e figlio) e la morte del boss Gennaro Licciardi). Dalle intercettazioni ambientali registrate nell’abitazione di Sulmona, in Abruzzo, dove il boss si trovata agli arresti domiciliari, è emerso che gli esponenti del clan Bosti-Contini si rivolgevano a Mallardo per le decisioni di rilievo da adottare nella gestione dei traffici illeciti e negli investimenti economici da effettuare.

LE ACCUSE – Dal 2010 al 2016 gli investigatori hanno accertato l’operatività dell’Alleanza camorristica in diversi settori tanto da consentire la formulazione di specifici reati (oltre all’associazione di stampo mafioso): riciclaggio, esercizio abusivo del credito, violenza privata, illecita concorrenza svolta mediante violenza e minaccia, intestazione fittizia di beni.

Anna Aieta, moglie di Mallardo

GLI AFFARI – Secondo l’ordinanza firmata dal giudice, Anna Aieta e Salvatore Lucente, oltre ad essere i principali interlocutori di Mallardo nella gestione del clan, hanno mostrato di possedere una propria autonoma sfera decisionale e una forte capacità organizzativa in relazione ai diversi settori di interesse del cartello camorristico. Anna Aieta era “specializzata” nell’esercizio abusivo del credito mentre Lucente  nel controllo della distribuzione del pane, nella gestione dei supermercati e caseifici e nella rivendita di fuochi pirotecnici. Raggiunto da una misura cautelare agli arresti domiciliari anche Ciro De Fortis Nadi, prestanome di Lucente. L’imprenditore attivo nel settore del distribuzione del pane, fungeva da socio di Lucente in diverse società. Attraverso De Fortis Nadi il clan Mallardo ha ripulito negli anni grosse somme di denaro, violando le leggi di mercato ai danni di quegli imprenditori onesti che, senza le risorse del clan, erano svantaggiati in quella che è poi diventata una concorrenza sleale.

A sinistra Gaetano Esposito, a destra Salvatore Lucente

BENI SEQUESTRATI – Mallardo e la moglie hanno poi investito quasi 2 milioni di euro (di cui è stato disposto il sequestro) attraverso Gaetano Esposito (ai domiciliari), uomo di fiducia dei coniugi nella attività di riciclaggio. Oltre ai 2 milioni di euro in contanti, tra i beni sequestrati figurano: 22 immobili, 2 terreni, 3 autoveicoli, 2 motoveicoli, 1 barca, 8 società produttive e commerciali, 74 conti correnti.

di Ciro Cuozzo e Sveva Scalvenzi

Fabiana Coppola

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