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Arriva NapoliSound, il nuovo programma di Real Time per neomelodici napoletani

Real Time ama Napoli? Dopo il recente successo del “Boss delle Cerimonie“, la rete ha deciso di dedicare spazio ad un nuovo talent che ha come fulcro la musica napoletana.
I conduttori di “NapoliSound” sono Luciano Caldore e Nancy Coppola, due artisti napoletani molto noti nella scena neomelodica campana. Il programma inizierà venerdì 18 alle ore 22.40 (andrà quindi a prendere il posto del Boss delle Cerimonie).

Sono partite però le proteste, infatti sono molti a ritenere questa trasmissione, come quella di Antonio Polese, una celebrazione dell’orrido e dello stereotipo, che va a minare la città di Napoli e l’eterna lotta che portano avanti i cittadini per emergere dal trash con cui la città viene rappresentata mediaticamente. L’opinione comune è che Nino D’Angelo, con la sua musica, abbia creato uno spartiacque, distaccandosi da quello che era il “classico napoletano”. Dagli anni ’90 c’è stata però una tragica contaminazione del genere, sono spuntati come funghi cantanti di ogni età. Il problema è che talvolta questo mondo ha registrato un intreccio con la criminalità organizzata e per questo la popolarità del genere è stata tutt’altro che positiva. I cantanti neomelodici cantano per la camorra a feste e banchetti di ogni tipo, al punto che non se ne fa più meraviglia.

La loro stessa musica talvolta è lo specchio di una parte della società marginale: tradimenti, ragazze madri, storie di strada. Sono molte le voci di critica nei confronti di questo movimento, una su tutte quella di Amalia De Simone, nota giornalista d’inchiesta napoletana: “La camorra ha distrutto un’intera città ed è probabilmente la più grande emergenza criminale in Europa. E ‘certamente la più grande organizzazione del territorio del sud Italia. All’interno di questa realtà, un genere musicale distintivo è salito alla ribalta negli ultimi due decenni: neomelodicismo. La musica neomelodica è una strana miscela di techno, pop, musica latino-americana e tradizionali canzoni d’amore napoletane. Si tratta di una forma del tutto singolare e del tutto bizzarro di musica che, i suoi detrattori e critici dicono, è generalmente eseguita da ex-criminali che sono diventati menestrelli della camorra”.

Precisamente nello spot Luciano Caldore afferma: “Mi piacerebbe che la musica aiutasse questi ragazzi ad uscire fuori dai problemi”. L’idea quindi è presentata con la migliore delle intenzioni, eppure c’è un grande dubbio su questo format, anche per il pericolo che a livello nazionale una tale rappresentazione della musica a Napoli segni negativamente il vero Neapolitan power degli anni ’70, per cui in tanti hanno lavorato duramente come Mario Musella, James Senese e Pino Daniele.

Giovanni Ibello

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