Forse non tutti sanno che il 09 ottobre si terranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio per la Città Metropolitana di Napoli. Le operazioni di voto avranno luogo dalle ore 08.00 alle ore 20.00 presso l’ufficio elettorale costituito nella sede della Città Metropolitana di Napoli.
Le liste elettorali saranno costituite da 24 consiglieri e dal Presidente del Consiglio, per legge, individuato nella figura del Sindaco del Comune di Napoli. Sono eleggibili alla carica di consigliere metropolitano, i Sindaci e i Consiglieri dei Comuni compresi nel territorio della Città Metropolitana in carica alla data corrispondente al termine finale fissato per la presentazione delle liste.
La città metropolitana di Napoli con una popolazione di oltre tre milioni di abitanti, è la terza città metropolitana italiana, mentre è prima per densità abitativa. L’ente territoriale di area vasta istituito con la legge n. 56 del 7 aprile 2014 ha sostituito la provincia di Napoli dal 1º gennaio 2015.
L’intero territorio metropolitano si estende su una superficie di 1.171 km² e comprende 92 comuni. Le coste del golfo affacciano sul mar Tirreno, a nord-ovest nel versante flegreo confinano con il litorale domizio, a sud-est con la costiera amalfitana; mentre l’entroterra confina a nord con il il casertano e la Valle Caudina, a nord-est con il baianese e il Vallo di Lauro, a est sul versante vesuviano con l’agro nocerino-sarnese; al centro è dominata dal Vesuvio.
Sono organi della città metropolitana:
Nell’ordinamento italiano il Consiglio metropolitano è l’organo di indirizzo e controllo della città metropolitana, ente territoriale entrato in vigore in Italia il 1º gennaio 2015.
Il consiglio metropolitano è composto dal sindaco metropolitano e da:
La legge del 7 aprile 2014 n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” stabilisce che il consiglio metropolitano è eletto a suffragio ristretto dai sindaci e dai consiglieri comunali dei comuni della città metropolitana. Sono eleggibili a consigliere metropolitano i sindaci e i consiglieri comunali in carica. La cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere metropolitano.
L’elezione avviene sulla base di liste concorrenti, composte da un numero di candidati non inferiore alla metà dei consiglieri da eleggere, sottoscritte da almeno il 5 per cento degli aventi diritto al voto. Il consiglio metropolitano è eletto con voto ponderato a seconda della popolosità del comune rappresentato, attribuito a liste di candidati concorrenti in un unico collegio elettorale corrispondente al territorio della città metropolitana, tramite sistema proporzionale con metodo D’Hondt e voto di preferenza.
Il consiglio metropolitano dura in carica cinque anni. In caso di rinnovo del consiglio del comune capoluogo, però, si procede a nuove elezioni del consiglio metropolitano entro sessanta giorni dalla proclamazione del sindaco del comune capoluogo. Il combinato di queste disposizioni farà sì che a regime, ad eccezione della prima applicazione, le elezioni metropolitane seguiranno sempre quelle comunali del capoluogo.
Al realizzarsi di ben precise condizioni, tra cui l’articolazione del territorio del comune capoluogo in più comuni, la legge del 7 aprile 2014 n. 56 consente la possibilità che lo statuto della città metropolitana preveda l’elezione a suffragio universale del sindaco e del consiglio metropolitano con il sistema elettorale che dovrà essere determinato con legge statale. In alternativa a quanto sopra, per le sole città metropolitane con popolazione superiore a tre milioni di abitanti, è condizione necessaria affinché si possa far luogo ad elezione del sindaco e del consiglio metropolitano a suffragio universale che lo statuto della città metropolitana preveda la costituzione di zone omogenee e che il comune capoluogo abbia realizzato la ripartizione del proprio territorio in zone dotate di autonomia amministrativa.
La città metropolitana è uno degli enti locali territoriali previsti nella Costituzione italiana, all’articolo 114, con la riforma del 2001 (legge costituzionale n. 3/2001). La legge del 7 aprile 2014, n. 56 recante “Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni” ne disciplina l’istituzione in sostituzione alle province come ente di area vasta, nelle regioni a statuto ordinario.
Tali enti sono istituiti anche nelle regioni a statuto speciale di Sardegna e Sicilia, ma in questi territori le città metropolitane sono normate con legge regionale che deve comunque adattarsi alle direttive generali della legge statale in materia.
In un’ottica globale ed europea, lo sviluppo dell’ente chiamato Città Metropolitana, serve ad unire amministrativamente e istituzionalmente tutti i piccoli comuni della provincia di un capoluogo, al comune più grande. Questo permette la nascita di un’area metropolitana unita e vasta che ha ambiti particolarmente importanti.
Purtroppo in Italia quest’ente politico non è ancora sviluppato, vittima dei ritardi burocratici del paese e dei singoli egoismi delle varie amministrazioni comunali. Non solo, ma l’area metropolitana potrebbe essere anche vista come un “gemello” della regione, mentre invece ne è soltanto il “fratello sconosciuto e illegittimo”. La crescita della città metropolitana dovrebbe portare all’abolizione delle regioni e alla reintroduzione delle Province, enti più vicini per rappresentatività ai cittadini. Ma in Italia si è fatto l’esatto contrario e non mancherà l’occasione in cui regioni e città metropolitane andranno in conflitto.
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