Nella serata di giovedì un attentato a Nizza ha sconvolto la Francia. Moltissimi gli italiani che si trovavano in Costa Azzurra il 14 luglio, data importante per la nazione francese. Tra di loro c’era anche un giovane regista casertano Angelo Cretella, che si trovava nella città francese per motivi di studio.
Con lui c’era anche una giovane collega, Giusi Marchetta. I due ragazzi erano a pochi metri dal luogo in cui è avvenuto l’attentato a Nizza. Dopo una giornata di studio i due ragazzi sarebbero dovuti andare a vedere i fuochi d’artificio sulla Promenade, ma hanno preferito andare a mangiare in un ristorante arabo lì vicino, erano stanchi.
Come si legge dal quotidiano online Ottopagine, il giovane regista casertano, dopo aver utilizzato il sistema Safety Check di Facebook, per avvertire che stava bene, ha raccontato:
“Sapevamo tutti dei fuochi d’artificio, ma abbiamo deciso di mangiare alle spalle nei pressi, in un ristorante arabo. Ad un certo punto il professore che era con noi, ci ha chiesto se avevamo voglia di fare una passeggiata sulla Promenade, per i fuochi d’artificio, ma noi eravamo stanchi e non abbiamo accettato”.
La decisione che probabilmente ha salvato la vita a lui e alla sua collega. Poco dopo, Angelo racconta di aver cominciato a vedere la folla scappare, inizialmente non avevano capito cosa stesse accadendo. Poi hanno visto la gente entrare nel ristorante e hanno capito che stava accadendo qualcosa di molto grave.
“La folla diventava sempre più numerosa, ci siamo alzati per capire cosa stesse accadendo e sono cominciate ad arrivare le prime notizie del furgone ad alta velocità sulla folla.Chi parlava di camion imbottito di esplosivi, chi di spari, ho iniziato a pensare agli attentati di Parigi. Non sapevamo che fare, il proprietario ci consigliava di stare seduti”.
Difficile comprendere cosa abbia vissuto la gente che era lì, cosa ha provato in quegli attimi di terrore. Angelo Cretella ha raccontato che porterà per sempre con sé un’immagine:
“L’immagine che mi porterò per sempre nella mente è di una donna marocchina incinta, amica del proprietario, nei suoi occhi ho visto terrore e guerra, l’idea della guerra che è contro tutti”.
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