La tragedia ferroviaria in Puglia, avvenuta nella mattinata di martedì, ha sconvolto l’Italia. 27 morti e 50 feriti è il tragico bilancio di questo disastro. Si cercano ancora i dispersi, il numero dei morti potrebbe salire. Non ci si spiega come sia possibile un simile incidente. Tutto il paese si sta mobilitando per dare una mano, aiutare i feriti, dare ausilio nelle ricerche. In Campania ad esempio è partita una campagna di raccolta sangue.
Commuove la lettera che sta girando sul web, una lettera immaginaria di una giovane ragazza, il cui padre è tra i dispersi nella tragedia ferroviaria in Puglia.
“Mio padre era su quel treno, aspetto notizie. Ferraglia tra gli ulivi, ferraglia che emana odore di morte. Mio padre era su quel treno, aspetto notizie. Mio padre è pendolare. No, non è accettabile, tanti ulivi che avvolgono due treni carichi di morte, ferraglia scaraventata a centinaia di metri, un ospedale da campo, serve sangue. 4 Morti… 10 morti… 14 morti… 20 morti… le lamiere contorte, intorno la morte. Mio padre era su quel treno, aspetto notizie. Dagli ospedali non mi sanno dire nulla, la mia voce è rotta dal pianto. Fa caldo e sento puzza di morte. Briciole di ferraglia, sono le 16.30, di mio padre non so niente, non si sa niente di tanta gente”.
La lettera di questa ragazza fa arrabbiare. Fa arrabbiare perché si legge la disperazione di una figlia, che non sa che fine abbia fatto il padre. Fa arrabbiare perché è una denuncia rispetto all’arretratezza del sistema ferroviario del sud.
“Serve sangue, i pugliesi sono generosi, serve sangue, ma non basterà per quanto ne è stato versato. Noi pugliesi siamo brava gente, senza TAV, senza grandi insediamenti che garantiscono salario e reddito, tolta l’ILVA di Taranto: altro ferro, altra puzza, altra morte. Serve sangue, tanti eroi, tanti medici, vigili del fuoco, volontari, cani, si lavora febbrilmente, ma di mio padre ancora niente… Serve sangue, c’è puzza di morte, morte di tanta brava gente, pendolari innocenti. Una mamma e un bambino abbracciati, così li hanno trovati, ma sono morti”.
La tragedia ferroviaria in Puglia è stata una catastrofe. Una catastrofe di cui ora si cerca il colpevole. Una catastrofe a cui bisogna dare una spiegazione. Bisogna farlo per tutte le vittime, per i loro famigliari, per i feriti, per i cittadini italiani. Ma ora è tempo di continuare a cercare chi è disperso, lo ha detto la ragazza nella sua lunga lettera. Nella lettera che più di ogni altra cosa, descrive la terribile tragedia che è avvenuta.
“Mio padre era su quel treno, aspetto notizie. Errore umano? Si scatena la caccia all’uomo, al lavoratore che mette al riparo tutti dai rimborsi assicurativi. Che tiene lontano le privatizzazioni selvagge e chi le ha favorite dalle polemiche. Non cercate le colpe, cercate mio padre, c’è puzza di morte e caldo, tanto caldo. C’è tanta ferraglia, c’è tanto dolore. I vigili del fuoco sono all’interno del primo vagone. Il macchinista è morto, un altro caduto sul lavoro, dell’altro non si sa niente. Errore umano una fava!! Un altro morto sulle vostre coscienze, forse più. C’è puzza di morte tra gli ulivi. Sono le 16.45, mi manca il mio padre, mi manca il eroe… Tanti minuti di silenzio sparsi qua e là. Ma io cerco mio padre, non mi serve la vostra ipocrisia tardiva e fuori luogo. Tanto si poteva fare, ma non si farà, neanche domani, neanche dopo i vostri sterili minuti di silenzio. Mio padre era su quel treno, aspetto notizie, sento puzza di morte mentre aspetto di abbracciare il mio eroe…“.
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