I media italiani si sono occupati poco e niente della presenza di Dolce e Gabbana a Napoli, non dando al mega evento lo spazio che meritava. Il Movimento Neoborbonico ha richiesto alla Rai, Servizio Pubblico, minutaggi e par condicio sull’evento che è stato ripreso dai maggiori media internazionali quali il New York Times, Vogue, il Financial Times e tanti altri.
Sulla pagina Facebook del Movimento Neoborbonico è appara la protesta e la richiesta alla Rai. Nei giorni in cui Stefano Dolce e Domenico Gabbana hanno portato a Napoli moda, spettacolo e ricchezza, i media italiani non hanno dato risalto alla vicenda anche se si sono occupati di altre eventi simili ma di portata minore, come il compleanno di Lino Banfi, tacendo però sulla cerimonia in onore di Sofia Loren a cui è stata attribuita la cittadinanza onoraria di Napoli:
“L’evento delle sfilate di Dolce&Gabbana a Napoli è stato ripreso dai media di tutti il mondo per la bellezza di abiti e scenari (dal centro antico a Posillipo).
Le telecamere della Rai sono state le meno presenti sia nei tg che nei programmi di approfondimento sempre pronti, invece, a veicolare notizie negative o di cronaca da associare all’ex capitale delle Due Sicilie”.
Questa è la richiesta a Roberto Fico, il pentastellato presidente della commissione di vigilanza Rai, del conteggio dei minuti dedicati agli eventi partenopei tenutisi dal 7 al 10 luglio:
“Il Movimento Neoborbonico ha richiesto al presidente della Commissione Vigilanza Rai, Roberto Fico, di analizzare, nel nome di una par condicio opportuna e necessaria per un servizio pubblico, il minutaggio dedicato all’evento e di confrontarlo con eventi simili (dal Pitti di Firenze alla Settimana della Moda a Milano).Il dibattito che si è acceso sul web e sui social dimostra che è sempre più diffusa la sensazione della volontà, da parte dei media pubblici e privati, di associare a Napoli (e al Sud) solo e sempre immagini negative con conseguenze gravi sia sotto l’aspetto culturale che economico-turistico.
Se i network privati sono liberi di scegliere la propria linea (e i telespettatori di boicottarli o meno), il servizio pubblico ha il dovere di rispettare e valorizzare tutto il territorio nazionale in maniera adeguata”.
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