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La strega di Port’Alba: la leggenda di Maria “la rossa”

Napoli è la culla di antichi miti, leggende e storie di fantasmi legati a luoghi dal fascino esoterico. La strega di Port’alba è la storia di una ventenne molto bella dalla folta chioma rossa, per questo chiamata “Maria ‘a rossa“. La donna viveva al Largo delle Sciuscelle che era stracolmo di alberi ed erbacce e per accedere all’interno della città la gente doveva passare per un buco (0′ pertus), oggi è Port’alba e il buco è stato sostituito dalla famosa porta, frenetica al mattino per chi ama sostare nelle librerie e in serata per chi si dirige nei bar e locali di Piazza Bellini.

Foto: grandenapoli.it

Storie di Napoli, La strega di Port’Alba: “La pagherete Tutti”

La strega di Port’Alba è una storia ambientata nel 1625, durante il vice regno spagnolo. La protagonista, Maria, era sposata a Michele, da tempo suo spasimante, accadde che, subito dopo il matrimonio, la loro bella storia d’amore, si trasformò in una tragedia. Una sera, secondo la leggenda, mentre i due stavano rincasando, passarono per una fontana all’angolo di Largo Sciuscelle e accadde qualcosa di strano, la donna riuscì a passare ma il marito rimase inchiodato al suolo e nonostante i tentativi di Maria e di altri passanti, Michele restò lì fermo, così, preso il segno come infausto e dovuto a una stregoneria, si allontanò per sempre dall’amata.

Maria non superò mai la notizia e, distrutta dal dolore, decise di trasformarsi in strega. Il corpo man mano cambiò: divenne magra, sdentata e cominciò a vestirsi di stracci; iniziò anche a praticare magie, a costruire elisir d’amore e di morte e a fare sedute demoniache, così la gente cominciò ad avere paura della donna e, dato che erano gli anni dell’Inquisizione, Maria fu catturata e, messa in una gabbia, proprio sotto Port’Alba, lì fu lasciata a morire di fame e di sete. Le sue parole in punto di morte, echeggiano ancora oggi: “La pagherete. Tutti. Voi, i vostri figli, i vostri nipoti, tutti. La pagherete”. Il corpo esanime si trasformò in mummia e la gabbia fu tolta. Oggi, camminando per quella strada, c’è chi giura di aver visto un’ombra scura vagare e piangere di notte.

redazione

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