Frosinone. Nonostante gli enti competenti ci rassicurano sul fatto che i programmi di evacuazioni e accoglimento degli sfollati sono solo a scopo precauzionale, gli unici a non organizzarsi è il popolo partenopeo, o meglio l’amministrazione pubblica della città. Per ora l’unico a dormire non sembra essere solo il Vesuvio, ma anche la Regione Campania e i comuni vesuviani che sono più a rischio se il vulcano dovesse svegliarsi ed eruttare.
Gli unici a prepararsi non sono i cittadini a rischio ma bensì la città di Frosinone, una di quelle che ha dato disponibilità nell’accogliere i potenziali sfollati nel caso in cui si dovessero presentare eventi sismici di grave portata. Da tempo la città ciociara è stata individuata come uno dei punti strategici per fra fronte a questo tipo di emergenza. E a denunciare la situazione “dormiente” della Regione Campania è il consigliere regionale dei Verdi, Francesco Emilio Borrelli
Nei giorni scorsi, Frosinone ha ospitato un’esercitazione che ha coinvolto centinaia di persone per farsi trovare pronti in caso di eruzione del Vesuvio visto che la cittadina ciociara è una di quelle che hanno dato la disponibilità ad accogliere gli sfollati dell’area vesuviana, mentre nell’area dove il Vesuvio potrebbe fare danni seri e dove bisognerebbe essere pronti a gestire un’emergenza mai vista prima, non sono programmate iniziative del genere e i piani di emergenza ed evacuazione non sono aggiornati. – Continua il consigliere dei Verdi – Davvero strano che le città che dovrebbero svolgere il lavoro duro, ma meno pericoloso, si organizzano, mentre quelle dove ci sarà il rischio concreto di tragedie mai viste prima vista l’urbanizzazione nella zona rossa, non si fa nulla a causa dell’immobilismo della protezione civile nazionale
Il piano attuato dalla città di Frosinone si chiama “Relase 2016“. Su ilmessaggero.it si legge che l‘attività di esercitazione coinvolge un gran numero di persone: 260 volontari della Protezione Civile, forze dell’ordine e una rappresentanza di cittiandi e studenti. Per ora sono state previste 23 tende da 8 posti cad. Un’area medica, cucina e autocisterna. Insomma tutto il necessario per rispondere all’emergenza primaria. Dunque la regione Lazio si organizza mentre la nostra amministrazione cosa fa? Sarebbe meglio che anche i cittadini dei comuni vesuviani incominciassero a preoccuparsi sul serio. Il Vulcano che dorme non è più visto come una minaccia, ma la natura resta tuttavia una potenza imprevedibile.
Conclude Francesco Emilio Borrelli:
Le continue scosse che si stanno verificando, anche se non devono preoccupare, devono essere però un campanello d’allarme per far sì che finalmente si metta mano ai piani di emergenza ed evacuazione e si organizzino anche esercitazioni concrete e utili e non come quella organizzata nel 2006 dalla protezione civile nazionale che, a mio parere, fu una buffonata” ha concluso Borrelli ricordando che “proprio in questi giorni c’è stato il 72° anniversario
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